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Voglio Urlare

Monica Marghetti

L'opera "VOGLIO URLARE" è senza dubbio una novità nel campo editoriale contemporaneo. Gli albori di una nuova forma letteraria. Uno stile moderno, semplice, fuori dagli schemi e dagli stereotipi dell'editoria convenzionale.. Un libro autobiografico che con la sua impostazione asciutta e scorrevole, coinvolge il lettore in un turbine di emozioni e un coacervo di sentimenti buoni. Le sue pagine sono impregnate di emozioni forti e tanta sofferenza umana che aiutano il lettore a riflettere sui valori veri della vita, tutte descritte con grande dignità e in maniera puntuale, senza giri di parole, dalla scrittrice. Non da trascurare: lo spessore umano dell'autrice che, con il suo genere semplice ed essenziale, riesce a trasmettere in pieno il senso delle parole, delle azioni, coinvolgendo il lettore come se fosse presente e stesse vivendo la scena.

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Dettagli

Libro: Bianco & Nero
Formato: 14,8 x 21 (A5)
Copertina: Morbida
Pagine: 216
Categoria: Narrativa
Editor: Photocity Edizioni
Lingua: Italiana
ISBN: 978-88-6223-941-7

Biografia

foto autore Monica Marghetti
Monica Marghetti nasco a Castelbolognese (Ra) e da poco tempo ho scoperto di “esistere”.
Ripercorrendo a ritroso la mia vita.

Le sue opere pubblicate:

Stralci

5 Stralci

Prefazione (prima parte)

"La mia voglia di vivere è un daimon ardente che talvolta mi rende maledettamente difficile mantenere la coscienza di essere mortale". Carl Gustav Jung - Il brano che introduce al testo di Monica Marghetti: “Se le mie parole riusciranno a liberare anche un solo grido addormentato da un solo cuore, sarò davvero felice” richiamando il noto passo di Emily Dickinson “Se io potrò impedire a un cuore di spezzarsi non avrò vissuto invano.” annuncia il progetto dell’Autrice: cercare di dare un senso alla propria angoscia, poterla raccontare, poterla comunicare agli altri, riuscire a descriverla. Nell’“Urlo” scritto dalla Marghetti allo stesso modo che nel “Grido” dipinto da Munch l`individuo ritratto perde le fattezze umane fino ad identificarsi col terrore stesso, un terrore senza nome, irriconoscibile. L’intera scrittura del racconto assume l’aspetto di questo urlo: la forma grafica, i contenuti narrati, lo stesso genere letterario scelto, un moderno stile epistolare via e-mail, pone di fronte al lettore la tensione di una grande pentola a pressione di stati d’animo non espressi, emozioni non menta-lizzate, esperienze non pensate che contraddistinguono la rappresentazione della vita della famiglia di Monica. Una vita descritta come caratterizzata da frequenti difficoltà economiche, instabilità, scarsità di modelli positivi, esperienze di rifiuto, frequenti cambiamenti di abitazione. (segue)

(Rif. Pagina 3)

Recensioni

2 Commenti presenti. Media voto 5/5

Alberto Camerra 17/06/2012

Questo non è un romanzo, precisiamolo subito. Non è un racconto di fantasia (per quanto non voglia sminuire la fattura di un ottimo racconto, quando c`è). E` un libro che narra una storia vera. La storia di Monica, la storia dei familiari di Monica, la storia di Milo. Ci sono, a volte nella vita, occasioni in cui il passato è un evento traumatico, da cui difficilmente si riesce a risalire. In quelle occasioni diventa necessario fare affidamento su tutto ciò che si ha, per venirne fuori. Alcuni ci riescono, con le difficoltà (immani) del caso. Altri no. Non possiamo saperlo prima e nemmeno durante, viene immancabilmente alla luce dopo. Quando non è più possibile porre rimedio alcuno (se anche il rimedio fosse stato, in qualche misura possibile). E allora, per convivere con il fato, dobbiamo tirare fuori quanto è rimasto dentro di noi. Plasmarlo e urlarlo. Solo così, gridando la rabbia, la paura, la disperazione, la speranza e, soprattutto, l`amore, possiamo uscire da uno stato altrimenti dalle conseguenze devastanti. Questo libro insegna a non chiudersi mai in se stessi; probabilmente la prima importante chiave di volta per riuscire davvero a vivere il nostro domani.

Voto: 5/5