Parte finale dell`Introduzione
Tornando a Beethoven, possiamo affermare che con la sua musica, l’arte finalmente torna per le strade, come lo era stato nell’antica Roma e nella Firenze rinascimentale, non a caso al suo funerale ci fu una partecipazione di circa diecimila persone. Quindi possiamo affermare che con Beethoven la musica fa un passo significativo in avanti verso l’etica ed i problemi politici e sociali, e l’orchestra stessa risente di questa necessità, cercando spazi e autonomie impensabili prima, distaccandosi da quella funzione di intrattenimento nobiliare e regale che fino a quell’epoca aveva ricoperto. Gli strumenti e la loro tecnica, i timpani nel nostro caso, si modificano da Beethoven in poi, non più visti come elementi di rinforzo orchestrale o coloristici, ma come strumento musicale vero e proprio. Come presentare allora questi prodigiosi capolavori agli studenti che per la prima volta si avvicinano a questo straordinario autore?
Il mio lavoro nasce quindi dall’esigenza didattica di focalizzare la conoscenza, non più vista come nozione, ma come sviluppo di un percorso globale, dove cultura, tecnica, musicalità e consapevolezza si intreccino in un complesso e più completo percorso, indispensabile per definire quel concetto di formazione continua del musicista, necessario, utile, per una visione a 360 gradi del mondo della musica. Il mio obiettivo è di stimolare uno stile educativo, che modifichi in maniera cosciente progressiva e naturale, la personalità dello studente e il suo modo di vedere la musica, non più solo come abile tecnico strumentista, ma come elemento di un mondo complesso ed in continua evoluzione che lo veda sempre più partecipe, in un ruolo difficile e ma interessante e necessario.
(Rif. Pagina 19)
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