Sono nato nel Sessantuno
ARNOLFO PETRI
Sono graffi di un cuore lacerato, abbracci negati, ceneri di un amore, voglia di cielo alla ricerca di scie luminose che appaiono ancora troppo sbiadite. C'è chi si aggrappa ai ricordi e si nutre di essi, Petri pensa che vivere di ricordi è come morire, è una corda che spezza la gola. (Gioconda Marinelli)
La poesia, per osmosi, transita facilmente tra anime scelte. Che possono anche non esserlo per i perbenisti - Villon fu condannato a morte per vari problemi con la legge - ma restano aedi. Aedi, come Petri, il cui cammino poetico ci appare intessuto di malinconico spaesamento, iridato, a tratti, da caleidoscopici arcobaleni, campi di girasoli, mentre sussurra "io mi annullo nell'attesa di un giorno che nasce". (Dora Celeste Amato)
Sono nato nel Sessantuno,
senza orizzonti
Viaggiatore perduto
tra ragnatele d'asfalto,
verso mondi lontani,
pagando pedaggi di dolore
ai caselli del vivere
Teso a percepire
tutta la potenza
del mio volo libero
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Dettagli
Libro: |
Bianco & Nero |
Formato: |
14,8 x 21 (A5) |
Copertina: |
Morbida |
Pagine: |
95 |
Categoria: |
Poesia |
Editor: |
Photocity Edizioni |
Lingua: |
Italiana |
Biografia
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ARNOLFO PETRI
Arnolfo Petri è regista, drammaturgo, poeta, attore. Inizia come doppiatore per poi approdare nel 1984 alla regia teatrale. Dal 1998 è Direttore Artistico del Teatro Il Primo di Napoli da lui fondato; esponente a pieno diritto del "teatro dell'anima", dal 1990 ad oggi ha firmato oltre quaranta regie teatrali ed ha al suo attivo oltre venti testi scritti per il teatro. Premio "Fondi La Pastora" per la drammaturgia nel 2006 con lo spettacolo-concerto "Crastula", nel 2010 pubblica la raccolta poetica Graffi del cuore (Guida). Di prossima uscita il romanzo Camurrìa, da cui è stata tratta l'omonima drammaturgia, e la sua trilogia "Il teatro dell'anima".
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Stralci
5 Stralci
Sono nato nel Sessantuno
Sono nato nel Sessantuno
senza arcobaleni,
alla ricerca
di aquiloni smarriti
o forse solo
di tenerezze perdute,
di abbracci
troppo negati,
di verità
sempre nascoste
(Rif. Pagina 13)
Sono nato nel Sessantuno
Sono nato nel Sessantuno
senza arcobaleni,
alla ricerca
di aquiloni smarriti
o forse solo
di tenerezze perdute,
di abbracci
troppo negati,
di verità
sempre nascoste
(Rif. Pagina 13)
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Se non potessi più scrivere
Se non potessi
più scrivere,
come lago
prosciugato al sole,
se non potessi
più immaginarti,
come aquilone
perduto nel cielo,
se non potessi
più sognarti,
come pioggia
perduta nel mare,
sentirei la terra
sotto di me franare
e avvertirei
il gelo della morte
come una zanzara
schiacciata
contro un vetro
o un cane scacciato
dal suo padrone
Se non potessi
più immaginarti
cadrei in ginocchio
senza forze
e mi sentirei non vivo,
come questo ramo
secco di quercia
(Rif. Pagina 17)
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Le crepe del mio amore
Sputo
disprezzo
sulla superficie
del mio cuore
e mi sorprendo
a fissare
quanto veleno dolce
trasudi dalle crepe
del mio amore
(Rif. Pagina 45)
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Sono nato con una paura dentro
Sono nato
con una paura dentro
che mi divora,
crocifisso
con le mani stanche
su steccati schiaffeggiati
dal vento,
abbeverato da sputi osceni
a rigare un viso di candore
Sono nato
con una paura dentro
ma non ho mai smesso
di inseguire arcobaleni
e il calore crudele
dei tuoi baci
(Rif. Pagina 67)
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Vuoto effimero
È un vuoto galleggiante
l’effimero di quest’era;
un mare che ondeggia
senza senso,
inghiottendo
il mio sgomento,
preda inerme
di famelici
scarafaggi della mente
(Rif. Pagina 77)
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