ROBERTO RUSSO

ROBERTO RUSSO

Decine di foto dei più bei dipinti realizzati dall`artista, tutti puro olio su tela. Copie d`autore e bellissime ceramiche sempre realizzate a mano

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Dettagli

Libro:	Colore
Formato:	17,5 x 24,75
Copertina:	Morbida
Pagine:	160

Categoria:	Storia e Biografie
Editor:	Photocity Edizioni
Lingua:	Italiana

ISBN:

978-88-6223-421-4

Biografia

ROBERTO RUSSO
"Roberto Russo è nato ad Acireale (Catania) il 27 novembre 1957. La ricerca continua del dolore da "impressionare" sulla tela, o da descrivere con le parole, è lo scopo primario dell'artista. il suo pessimismo cosmico, ereditato dal Leopardi, porta il Nostro ad "assorbire" dalla realtà tutto ciò che è miseria e sofferenza, fondendolo con il suo stesso io, per poi rifletterlo sulla tela o su un foglio bianco, con tutte le sue varianti artistiche. l'artista dunque finisce per rappresentare e scrivere se stesso, la sua inquietudine, la sua realtà.La realtà comune che l'artista ci presenta sotto forma di fiori, campi, paesaggi, è solo un momento di riflessione, una tranquilla attesa dell'attimo in cui l'ispirazione suprema avvolgerà la sua mente consentendogli di creare ciò per cui vive."

Le sue opere pubblicate:

LA STRAGE DELLE DONNE »

POESIE SCELTE »

ROBERTO RUSSO »

POETI D`ITALIA »

Stralci

3 Stralci

Elenco completo »

critica

Non male la sua pittura,ma attenzione a non confondere la “realtà” con “l’apparenza”, così come può capitare nel caso opposto “l’arbitrio” con la “libertà”. Giuseppe Migneco

(Rif. Pagina 1)

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la vita

Realizzi cose, fai una marea di lavori per te stesso, risparmi un sacco di soldi, ma ti massacri, ti rovini fisicamente e mentalmente, costruisci con le tue mani e la tua schiena una bella casa, che altri ti invidiano, perché hanno preferito stare a riposo o stare ad auto commiserarsi, ma alla fine ti fermi un attimo a riflettere e ti chiedi cosa hai ottenuto da tutto ciò. Quando hai finito di romperti il sedere magari arriva qualcuno che ti dice quello che tu hai fatto ora e mio, e tu ti ritrovi nella stalla, nel fango, con l’acqua alla gola a dover annaspare per sopravvivere, per non affogare. Dove è finito il tuo lavoro di trent’anni, imbecille, idiota, hai lavorato per cosa? Per farti portare via tutto? Invece di lavorare peggio di uno schiavo perché non andavi a farti delle passeggiate, andavi al mare a rilassarti o al bar con gli amici. Doppio imbecille, perché hai lavorato tutta la vita a massacrarti mente e corpo. Hai visto come va la nostra società? Premia le cicale, le formiche vengono schiacciate. Chi non fa nulla ha diritto a tutto, chi si è rotto il sedere prende anche un calcio in culo. Se tu hai qualcosa te la tolgono, se tu hai debiti te li tieni, quelli sono solo tuoi, non li vuole nessuno. Se invece di romperti il sedere ti facevi un grosso mutuo avresti ottenuto che oltre a toglierti il bene ti sarebbe rimasto anche il debito da pagare. Quello non lo avrebbe reclamato nessuno. E allora cosa conviene fare della propria vita? Considerato che chi lavora non viene premiato consiglio di non fare assolutamente nulla. Se nulla hai nulla ti prendono. Stai sempre con le mani in tasca e vedrai che nessuno reclamerà quello che non hai

(Rif. Pagina 147)

la morte

Quando non sei più capace di fare nulla, ma sei solo un peso per la società e per i tuoi cari, la cosa giusta da fare è avere la forza di togliersi dai piedi, e se non ne sei capace perché sei ridotto proprio male, chi ti vuole bene, se proprio ti vuole bene, deve darti una mano a porre fine alla tua sofferenza. Questo è il mio desiderio, questa è la mia volontà. Se un giorno sarò un vegetale desidero che mi si aiuti a partire da questo mondo. Criminale è colui che si prodiga con tutti i mezzi a mantenere in vita un corpo senza mente o una mente senza corpo. Se tu ami veramente una persona vuoi che essa non soffra, desideri che riposi in pace. Mantenere in vita un vegetale è l’azione più disumana che un essere vivente possa fare ad un altro essere. Chi sei tu per decidere di farmi soffrire ancora per giorni, mesi o addirittura anni, senza che io possa cogliere le cose belle della vita, senza che io possa assaporare il piacere magari di grattarmi il naso. Maledetti criminali chi si ostina a mantenermi in vita a queste condizioni. Massima espressione di odio verso il prossimo, sottoporti forzatamente alla tortura più disumana che la vita ti possa riservare: quella d continuare a vivere contro la tua volontà e contro la natura stessa. E allo stesso modo è un criminale chi decide di far nascere una nuova vita sapendo che il nascituro sarà un andicappato. Ma in nome di chi o di cosa si può decidere di compiere un atto così disumano?

(Rif. Pagina 149)

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