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RICORDI

SANTO ZAMBUTO

Tema fondamentale del racconto è l`amicizia, la bellissima esperienza dello stare insieme, la vita di gruppo. Tutte cose ormai, nell`era di internet e dei videogiochi, dimenticate.

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Dettagli

Libro: Colore
Formato: 21 x 29,7 (A4)
Copertina: Morbida
Pagine: 140
Categoria: Narrativa
Editor: Photocity Edizioni
Lingua: Italiana
ISBN: 978-88-6682-956-0

Biografia

foto autore SANTO ZAMBUTO
Santo Zambuto, classe 1950, nasce a Ribera (AG). Alla fine degli anni ’70 inizia la carriera di insegnante. Inizia la carriera, appena abilitato, come Docente di Tecnologia nella scuola secondaria di primo grado (fino a qualche anno fa la materia si chiamava Applicazioni tecniche e poi ancora Educazione tecnica) ed in seguito, presa la specializzazione per il Sostegno, Docente di sostegno. Nel 1983-1984, anno del primo incarico come docente di sostegno scrive il saggio “Esperienze sull’integrazione scolastica di alunni con disabilità”. Sempre in quegli anni, precisamente nel 1993, scrive il primo romanzo, “Ricordi”, stampato a proprie spese (una ventina di copie da regalare agli amici). Tra il 1994 e il 1996 ha collaborato a titolo gratuito come giornalista con il “Popolo Derthonino” un periodico Diocesano della Curia di Tortona. Nel 2003 pubblica sulla rivista”A & R: Abilitazione e riabilitazione” edita dal Centro Medico di Riabilitazione "Paolo VI" di Casalnoceto l’articolo “I benefici dell’educazione ambientale nei soggetti portatori di handicap”. Sempre in quegli anni , con l’aiuto dei suoi alunni vedono la luce i giornalini scolastici “Le News della seconda B” e “Vigu News” e realizza i siti scolastici di Volpedo e Viguzzolo dove lavora. Dal 2017 è in pensione.

Le sue opere pubblicate:

Stralci

1 Stralci

Epilogo

La mia cartella di cartone era nuova ed odorava ancora di vernice; i quaderni avevano la copertina nera e le matite erano ancora senza la punta. Mia madre mi accompagnava tenendomi per mano ed io, strada facendo sbirciavo di tanto in tanto gli altri bambini che a loro volta si avviavano verso la scuola; alcuni, i più piccoli, erano come me accompagnati dai loro genitori. I più grandicelli, invece, si rincorrevano strepitando allegramente. Sopra il vestitino indossavo il grembiule nero e sul petto , a sinistra, portavo, come si usava allora, una striscia di stoffa bianca che indicava la classe che di lì a poco avrei frequentato.

(Rif. Pagina 99)

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