E` finita?...
Broxburn, Scozia
Convento di St. John
Agosto 1990
“Lo sapevamo entrambi che prima o poi sarebbe arrivato questo giorno.”
La luce della stanza era fioca e le gocce della pioggia che cadeva incessantemente da tre giorni rendevano ancora tutto più cupo e triste.
Elaine era in piedi accanto alla finestra con lo sguardo fisso fuori su un punto indefinito del chiostro del convento.
Un turbinio di emozioni e di ricordi le affollava la mente, immagini disordinate si accavallavano una sopra l’altra confusamente, e cozzavano contro la sensazione di pace infinita che dava il luogo che stava distrattamente guardando.
Il silenzio era pesante, come l’angoscia che la opprimeva.
Tirò un lungo respiro e cercò di dominare le lacrime.
“Sì, lo sapevamo.” disse. “Quando parti?”
“Domani mattina presto. Ti prego, guardami.”
Elaine lentamente si voltò e i loro occhi si incontrarono.
Lui riprese a parlare lentamente, come se le parole gli uscissero solo grazie ad un’immensa fatica.
“Non credere che io stia meglio di te, anche se tra i due sono quello più consapevole del fatto che è normale che sia successo. Non so cosa darei per rimanere, ma ho fatto una scelta nella vita e non posso far nulla per cambiare le cose così come stanno ora. Ti può consolare il fatto che, comunque sia, nonostante tutto e, ripeto, nonostante tutto, non cambierà niente tra noi due?”
La voce gli cedette sopraffatta dai sentimenti.
Tese le braccia verso di lei ed Elaine, senza più trattenere le lacrime, si rifugiò nelle braccia di Padre Andrew.
(Rif. Pagina 5)
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I dubbi di Elaine
Si era preparata un tè mentre riempiva la vasca per farsi un bagno caldo, cosa che Elaine faceva sempre quando aveva bisogno di riflettere.
Vi rimase immersa a lungo, alla sola luce di qualche candela.
Non riusciva a pensare ad altro che al viso di Andrew, alle sue parole, ai suoi occhi, al suo bacio.
Cosa le stava succedendo?
Lui era un sacerdote cattolico, votato a tutt’altra vita: come poteva pensare che quello che era successo tra di loro fosse una cosa normale, senza problemi, dubbi, difficoltà?
Ma Andrew era anche un uomo, un interessante uomo di trent’anni, nel pieno della vita, proprio come lei. Come avrebbero potuto fermare l’ondata di passione che aveva già avvertito così impetuosa durante quell’unico bacio?
(Rif. Pagina 18)
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La confessione di Andrew
“Negli ultimi tempi ho combattuto a lungo con me stesso. Ho ingaggiato lotte a dir poco devastanti con la mia coscienza, che mi hanno portato a una sola conclusione: sei una donna stupenda, Elaine, ed io non sono che un povero essere mortale, un uomo. I tuoi occhi, i tuoi capelli, la tua bocca, tutto di te mi fa letteralmente impazzire. Mi piaci, Elaine. Non posso più tenere tutto questo dentro di me.”
Aveva parlato senza mai voltarsi verso di lei, che era impietrita sul divano.
(Rif. Pagina 25)
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La razionalità di Janet
“Elaine, io capisco che tu te ne sia innamorata, e non vi sto giudicando. Sono anche contenta che insieme stiate passando momenti indimenticabili. L’unica nota stonata in tutta questa storia è una sola: ritengo di conoscere un po’ anch’io Andrew, soprattutto sotto il profilo professionale. Sono sicura che per te non abbandonerà mai la sua vita sacerdotale e una sua probabile carriera accademica. Quindi, non vedo che sbocco possa avere questa storia, che comunque vive sul probabile rischio che lui si penta, o si ravveda di quanto fatto, e ritorni a essere il puro e incorruttibile sacerdote cattolico che è sempre stato. Ho paura che ti lascerà con un pugno di mosche in mano… Può darsi che per te il gioco valga la candela, ma, inevitabilmente, prima o poi soffrirai. E molto, visto quanto sei coinvolta.”
(Rif. Pagina 58)
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Felicità e disperazione....
“Voglio andare a vedere il mare di notte con te, Lennie.” le disse dolcemente.
“E dove?”
“Alla Eagle Rock.”
“Andrew, è buio pesto, non si vedrà un accidente!”
“Si vedrà, fidati di me.”
In effetti, fu così. Soffiava un forte e gelido vento dal Forth e Andrew abbracciò Elaine per ripararla un po’.
Sotto di loro alte onde s’infrangevano schiumando sugli scogli.
“Guarda Lennie, è meraviglioso. Sono venuto qui molte volte da solo, ma questa sera con te è molto più bello.”
Elaine si sentì riempire di tenerezza e si accoccolò ancora di più nelle sue braccia.
L’intensità di quel momento le fece venire, tanto per cambiare, le lacrime agli occhi e questa volta lui se ne accorse.
“Non piangere, tesoro, mi avevi promesso che non l’avresti fatto.” le sussurrò baciandola sulle labbra.
“Andrew, io ti amo.” gli disse, ma lui non rispose.
La baciò ancora più appassionatamente, buttando al vento i buoni propositi dei giorni precedenti.
Felicità e disperazione: ormai erano questi due opposti sentimenti che entrambi provavano quando si ritrovavano soli, a dover affrontare la loro passione.
(Rif. Pagina 70)
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Coscienze dilaniate
“Queste mani hanno bisogno di toccarti, di accarezzarti, di sentirti, di … “ strinse le mani a pugno e lasciò cadere le braccia lungo i fianchi “… di amarti, Elaine.”
Lei lo guardò intensamente, ferma e calma sulle conclusioni cui era giunta in quel week-end passato ad Ashlington.
Se non avesse avuto il tempo di rifletterci per due giorni, molto probabilmente a quel punto si sarebbe messa a piangere disperata, non sapendo cosa fare o cosa dire.
Invece era sempre più convinta che valesse la pena stare con lui.
“Ma qual è quel Dio che ti punirebbe per avermi amata, Andrew?” gli chiese.
“Il mio Dio.” rispose lui duramente.
Elaine si alzò e gli andò vicino: non lo toccò, ma gli parlò molto fermamente.
“Questi discorsi ci stanno distruggendo. E’ per questo che ti avevo detto che sarebbe stato meglio che ognuno pensasse alla propria coscienza, senza preoccuparsi dell’altro. So che non puoi pensarla come me, e so anche che forse sono io a sbagliare pensandola così, ma il destino…”
(Rif. Pagina 70)
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La locanda nelle Highlands
Mentre Andrew era in bagno a farsi doccia e barba, Elaine si avvolse nel piumino e andò ad aprire le tende.
Rimase senza fiato.
La locanda era circondata da un’infinita distesa di neve, in fondo alla quale occhieggiavano le acque limpidissime del fiume e, ancora più in là, un paradiso di colline innevate, dove si riflettevano i raggi rosati del sole che stava sorgendo.
Elaine si lasciò incantare dalla vista di quella terra misteriosa, e per la prima volta sentì di appartenerle.
(Rif. Pagina 104)
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Andrew dice ad Elaine che dovrà partire
Andrew si infilò le mani in tasca e si appoggiò al frigorifero.
“Lunedì andrò all’Arcidiocesi a Edimburgo, dai miei superiori.”
Elaine sentì una staffilata nello stomaco, ma lo lasciò proseguire.
“E’ stata confermata la mia cattedra di storia alla UHI di Inverness. Lascerò definitivamente Broxburn a metà agosto.”
Elaine si sentì scossa interiormente da un tremito incontrollabile.
Era successo l’inevitabile.
“Inverness non è in capo al mondo…” iniziò a dire, sentendosi molto stupida per non aver trovato parole migliori.
“Ma non è nemmeno dietro l’angolo,” disse Andrew “e una volta che per entrambi comincerà l’anno scolastico, sarà un po’ difficile vedersi.”
Elaine era impietrita, fissava il bollitore sul fuoco, dove l’acqua stava cominciando a scaldarsi.
“Ci rimangono tre mesi di tempo, allora.” mormorò, pensando a quanto passassero in fretta tre mesi.
“Già, e non voglio proprio buttarli via. In questo mese in cui non ci siamo frequentati molto, ho capito che ti amo davvero, e anche tu mi ami, lo so, giusto o sbagliato che sia. Non roviniamo il poco tempo che ci rimane, Elaine. E poi sarà quello che dovrà essere.”
(Rif. Pagina 139)
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La disperazione di Elaine
A questa domanda di Janet, tutta la calma apparente di Elaine sembrò svanire in un attimo.
“Giusto???” Elaine sbatté un cucchiaio sullo scolapiatti, e la sua voce rivelò finalmente tutta la rabbia che aveva tenuto dentro da quando, pochi giorni prima, Andrew le aveva confermato la partenza per Inverness.
“GIUSTO?” ripeté con più foga “Perché, forse ti sembra giusto quello che mi è successo?”
Elaine si asciugò le mani e buttò con violenza lo strofinaccio sul pianale della cucina.
“Mi capita di innamorarmi veramente per la prima volta nella mia vita, trovo un uomo che mi dà la più grande felicità che una donna possa mai sperare di avere, e tutto questo mi viene strappato via in poco più di sei mesi. Ti sembra giusto, questo?”
Le lacrime le bruciavano gli occhi. Janet le si avvicinò e le disse:
“Calmati, Elaine, sei sconvolta!”
Cercò di abbracciarla per consolarla, ma Elaine la respinse.
“No, Janet.” rispose, asciugandosi una lacrima che, nonostante tutti i suoi sforzi per non piangere, le era scesa su una guancia “Non sono sconvolta. Sono arrabbiata, sono incazzata, sono furente,
(Rif. Pagina 143)
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ANCORA INSIEME
Elaine avvertiva sempre di più di essere nel mezzo di un giro di volta nel loro rapporto, come se qualcosa in più si stesse consolidando e rinforzando.
Ogni volta che lo guardava, Elaine vedeva passare negli occhi di Andrew la sofferenza, il dolore, la gioia, l’amore e tutte le immagini del poco tempo che avevano potuto trascorrere insieme.
Vide momenti di tensione, di felicità, di perché senza risposte, di contraddizioni, di timori e incertezze, ma sempre di gioia pura.
Sentiva le labbra morbide di Andrew sulla sua pelle calda, che a ogni bacio le trasmettevano forza e vita e udiva la sua voce, bassa e dolce, sussurrarle frasi che non avrebbe mai dimenticato.
E la cosa che le piaceva di più, era la quantità di volte che lo vedeva sorridere.
Quando Andrew sorrideva, gli apparivano delle leggere pieghe intorno agli occhi, che lo rendevano ancora più affascinante.
Lo vedeva totalmente sereno, e così si sentiva lei, con, in contrapposizione, la certezza che il ritorno a Broxburn sarebbe stato durissimo.
Ma, come la mente si soffermava su questo pensiero, veniva tutto immediatamente cancellato, per non turbare le ore magiche della loro unica e breve vacanza.
Ripeteva ‘niente e nessuno rovinerà questi giorni’, quasi fosse un mantra: e niente e nessuno li rovinò, nemmeno il più piccolo pensiero sul futuro che li aspettava.
Nessuno di loro, come in un tacito accordo, ne parlò.
Erano, come sempre quando erano insieme, solo Andrew McPherson ed Elaine Kincaid.
(Rif. Pagina 166)
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