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PSICODRAMMA NOTTURNO COMPUTERIZZATO

Angelo Luca Cardone

La presente raccolta è stata premiata doppiamente al "Premio Internazionale di Poesia Roseto Capo Spulico Città di spume e di castelli", nel 2010, per la poesia singola "Notturno" e per la sillogia completa. «Le tematiche sono attuali e accattivanti. Emerge lo spaccato di una società del progresso informatizzata e tecnologizzata che paga il “fio” alla perdita di valori e di poetica e in cui la comunicazione vede “sensi e parole agonizzare sparpagliati”.»

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Dettagli

Libro: Bianco & Nero
Formato: 14,8 x 21 (A5)
Copertina: Morbida
Pagine: 50
Categoria: Poesia
Editor: Photocity Edizioni
Lingua: Italiana
ISBN: 978-88-6682-402-2

Biografia

foto autore Angelo Luca Cardone
Angelo Luca Cardone è nato a Foggia il 20 Marzo 1977. E'ˆ libero pensatore e cercatore professionista. Il suo stile è proteso verso forme sperimentali moderne, sia in poesia che in prosa. Nel 2006 viene premiato al concorso "Granelli di parole" indetto dalla Casa Editrice Kimerik con "Dialogo tra un pittore ed una foglia morta" che viene pubblicato in antologia. Nel 2010 la sua prima raccolta di poesie "Psicodramma notturno computerizzato" viene premiata doppiamente al "Premio Internazionale di Poesia Roseto Capo Spulico Città di spume e di castelli" per la poesia singola "Notturno" e per la sillogia completa. Nello stesso anno viene selezionato per concorrere ai premi speciali nell'ambito del Concorso Letterario Europeo "Premio Wilde". Sito web: http://digilander.libero.it/burn.to.shine/

Le sue opere pubblicate:

Stralci

1 Stralci

PRESENTAZIONE DELL`OPERA

PSICODRAMMA NOTTURNO COMPUTERIZZATO (Poesie): La presente raccolta è stata premiata doppiamente al "Premio Internazionale di Poesia Roseto Capo Spulico Città di spume e di castelli", nel 2010, per la poesia singola "Notturno" e per la sillogia completa. «Le tematiche sono attuali e accattivanti. Emerge lo spaccato di una società del progresso informatizzata e tecnologizzata che paga il “fio” alla perdita di valori e di poetica e in cui la comunicazione vede “sensi e parole agonizzare sparpagliati”. Prorompono nevrosi dilaganti, bioritmi accelerati, una cultura di massa omologata e dominata da falsi miti e dai simulacri delle immagini. Molto bella la metafora dei pesci nella rete che si sentono protetti perché uniti, ma ignari della loro fine imminente. L’autore delinea l’incapacità dell’uomo di relazionarsi agli altri e di formulare un concetto positivo di esistenza che così definisce: “l’essere non è una volontà / è un mistero che ci incatena / entriamo e usciamo gli uni dagli altri / siamo ovunque esuli senza nessuna colpa”. Inoltre nella morte dei poeti si avverte la perdita di quella “affettività intellettiva” che determina per l’umanità un vuoto e una solitudine profondi. Manca il “desiderio di desiderare”. Tutto ci viene tolto o imposto subdolamente e “l’urlo” è l’ultima traccia di noi, prima del silenzio.»

(Rif. Pagina 5)

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