IL PROGETTO IMPRESA FORMATIVA SIMULATA
Gianluigi Rizzo
Il testo analizza il Progetto “Rete italiana delle imprese formative simulate” del MIUR come strumento didattico per l’attuazione dei percorsi di alternanza studio e lavoro previsti dalla legge 28 marzo 2003 per i corsi scolastici del secondo ciclo. Mentre nella prima parte si prende in considerazione l’articolazione generale del progetto, il suo funzionamento operativo e gli aspetti metodologico didattici con particolare riferimento alle discipline economico aziendali, nella seconda parte si esamina, in relazione alle metodologie utilizzate, agli strumenti impiegati e ai risultati raggiunti, un’esperienza concreta di Impresa Formativa Simulata, la cooperativa “Salento: servizi turistici” costituita presso l’Istituto tecnico economico statale “A. Olivetti” di Lecce, che ha ricevuto la menzione “eccellente” nella valutazione da parte dell’INVALSI, realizzata nell’estate 2011. Ciò che emerge dall’analisi condotta è che l’Impresa Formativa Simulata, da un punto di vista metodologico didattico, può costituire davvero un momento di sintesi importante in cui, sotto la spinta del know how proveniente dal mondo del lavoro, i saperi curricolari si concretizzano, in un ambiente protetto di apprendimento, in competenze professionali, rafforzando la capacità di scelta e di orientamento dell’allievo che vi partecipa. A questa sintesi formativa, l’idea di Impresa Formativa Simulata apporta il valore aggiunto dell’auto imprenditorialità, nell’ottica dello sviluppo e dell’affinamento di tutte quelle competenze professionali e professionalizzanti che da sole sono il requisito per la nascita di nuove esigenze e di nuovi stimoli imprenditoriali. Per raggiungere questi obiettivi l’Impresa Formativa Simulata utilizza metodologie didattiche attive basate sul network learning e sull’action oriented learning, accompagnate da un massiccio uso di tecnologia avanzata, in cui lo studente è messo al centro del processo di apprendimento. Cambia di conseguenza il ruolo del docente che diventa vero e proprio “coach”, facilitatore dei contenuti e delle competenze da apprendere, che passa dall’uso di una didattica tradizionale trasmissiva a un modello didattico “relazionale-cooperativo”, in cui l’informazione diviene circolare, per cui non vi è un “sapere da trasmettere”, ma una competenza da costruire in modo negoziale.
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