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Per quanto tempo, ancora?

floriana beoni

Serenella non aveva più pensato a Ruben. Si era fatta una vita: aveva un marito, una casa, due meravigliosi figli e un lavoro che l’appagava. Allora perché non riusciva a smettere di pensare a lui? Chi aveva avuto la stramaledetta idea di organizzare quel ritrovo di classe? Da quella sera era prepotentemente ripiombato nella sua vita e nei suoi pensieri. Non riusciva a toglierselo dalla mente. E poi lui aveva un segreto, ne era certa, troppi elementi lo confermavano. Doveva assolutamente capire se era felice. Ma ciò voleva dire ricominciare a frequentarlo… Come poteva uscirne indenne? “L’unico modo per liberarsi di una tentazione è cedere ad essa”. Le piaceva citare Oscar Wilde, lo faceva sempre, anche al liceo… CONSIGLIO PER TUTTI: Da leggere ascoltando “Quanto tempo e ancora” di Biagio Antonacci.

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Dettagli

Libro: Bianco & Nero
Formato: 14,8 x 21 (A5)
Copertina: Morbida
Pagine: 79
Categoria: Narrativa
Editor: Photocity Edizioni
Lingua: Italiana
ISBN: 978-88-6223-688-1

Biografia

foto autore floriana beoni
Floriana Beoni nasce a Bologna, da genitori romagnoli, il 13 agosto millonvecentosessantotto.
Un'estate, in villeggiatura con i genitori e la sorellina di sette anni che non può ancora condividere i suoi sentimenti, in un paese di cinquecento anime, nell'ultima casa a ridosso del bosco e ad un passo dal cielo, comincia a scrivere. Un po' per sopravvivere alla noia e fronteggiare la bramosia di vivere - quel tipo di vacanza sta troppo stretta ai suoi esuberanti quindici anni - e un po' per dar sfogo alla fervida fantasia, già fortemente presente nella sua personalità.
Scrive il romanzo "Ma… chi l'aveva detto che era una vacanza noiosa?!? ", che contiene i suoi sogni da bambina, le fantasie di adolescente e il desiderio di libertà.
L'anno successivo, ci prende gusto e un po' più matura scrive "Terza mista", dove riporta i sentimenti e le emozioni di una scolaresca di terza liceo.
Gli strumenti del tempo non le permettono di diffondere i suoi lavori e li "dimentica" in un armadio. Poi la vita prende il sopravvento e i mille impegni da adolescente prima e da lavoratrice, moglie e mamma dopo, non le consentono di coltivare attivamente la passione per la scrittura.
Si convince di non essere più in grado di scrivere e lo dichiara apertamente ai molti che leggono i suoi libri e le chiedono un seguito.
Poi, una sera, un'uscita con dei compagni di classe che non vede da anni, le fa scattare nuovamente il desiderio di scrivere e così nasce "Per quanto tempo, ancora? " evidente seguito di "Terza mista".
Un amico ha scritto per lei: "La particolarità di questi racconti è che l'età della scrittrice coincide con quella dei protagonisti; fatti e sentimenti sono raccontati senza alcun filtro di tipo anagrafico". Le piace questa definizione, tanto da utilizzarla per la presentazione dei primi due romanzi.
Arrivi ad un punto nella vita, qualsiasi sia il tuo vissuto e la tua età, in cui credi di aver oltrepassato la vetta e di dirigerti verso il basso. L'unico strumento per sopravvivere è la passione, qualunque essa sia.

Le sue opere pubblicate:

Stralci

2 Stralci

Venerdì (secondo capitolo)

Come quel giorno che l’aveva invitato a casa sua. Era novembre, pioveva forte. I suoi genitori non c’erano. Dafne e Cristiano non erano venuti a causa del maltempo, era troppo piovoso per muoversi in Vespa. Si erano incontrati per ripassare italiano. Distesi sul letto, uno accanto all’altra, a pancia ingiù, provavano a studiare. Ruben aveva iniziato a baciarla con impeto e trasporto. Le sue mani cominciarono dapprima ad accarezzarle la schiena, poi, pian piano, a muoversi dentro i jeans. A Serenella batteva forte il cuore, ma aveva paura. Il suo profumo invadeva i suoi sensi, lui era appassionato, dolce e molto sensuale. Lo ricordava come fosse la notte prima, quando, per l’ennesima volta l’aveva sognato. Ad un certo punto lei s’irrigidì e si allontanò. Il viso di Ruben cambiò espressione, sbuffò, si ritirò contro il muro, mentre lei si sedeva sul bordo del letto. La guardava in silenzio, la sua fronte e le sue sopracciglia erano eloquenti. Non poteva sopportare ancora un rifiuto. Scusami… - sussurrò lei. Quante volte gliel’aveva detto? Quante volte lui aveva sopportato, alzato le spalle, sorriso? Stavolta non lo faceva... Serenella combatteva nell’intimo contro i suoi sentimenti. Perché non riusciva a lasciarsi andare? Perché non riusciva ad abbracciarlo, baciarlo, amarlo come voleva? Tante volte l’aveva desiderato e tante volte l’aveva respinto. Stavolta lui non sorrideva… Se ne stava lì, inerme disteso sul letto. Fumava e la guardava come se non la vedesse. Era l’inizio della fine… Chissà se anche lui ricordava quel giorno.

(Rif. Pagina 12)

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