La partenza
L’aereo si staccò dal suolo in perfetto orario. L’assordante rombo dei motori ormai lontani, indicò il successo della partenza e, con ancora il naso rosso e gli occhi umidi, rimasero a guardarlo fino al momento in cui scomparve definitivamente inghiottito dalle nuvole. Come per tutte le altre volte, sentì il suo stomaco stretto in una morsa in preda a un’ansia indefinibile. Sapeva bene che fino a quando non avrebbe ricevuto la telefonata del suo arrivo, sarebbe stato così. Ah, come avrebbe voluto superare quell`assurda paura di volare ma, sebbene ci avesse pensato molte volte…No, la sua decisione era stata sempre la stessa: non avrebbe mai volato né per lui, né per nessun altro.
Era una fredda mattina di Febbraio e la direzione del vento era cambiata annunciando qualche cosa di nuovo nell`aria proprio come avveniva nel celebre film: “Mary Poppins”. Un’indefinibile inquietudine si era impadronita del suo essere facendola sentire, metaforicamente parlando, come una di quelle statuette segna tempo che, in base alla temperatura, cambiano colore.
Ovviamente non poteva essere colpa della primavera, perché ancora lontana. D’altra parte, non era la prima volta che l’accompagnava all`aeroporto e, dal momento che ne avevano già parlato da diverso tempo, era anche a conoscenza del fatto che presto o tardi lui sarebbe andato via per sempre. Ciononostante quella fu la prima volta che si rese davvero conto di quanto la sua vita sarebbe cambiata quando ciò sarebbe accaduto. Negli ultimi ventiquattro anni aveva vissuto dimenticando se stessa, sacrificando la sua giovinezza e tutte quante le sue aspirazioni solo per lui. Fino a quel momento non se n’era mai pentita, tuttavia fu solo allora che accusò tutto il peso dei suoi quaranta anni ed ebbe la spiacevole sensazione di aver improvvisamente esaurito tutte le sue risorse e le sue difese come se la terra sotto i suoi piedi fosse stata inghiottita nel nulla.
(Rif. Pagina 2)
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Emozione
Entrò in casa con passo lento e lo sguardo perso nel vuoto temendo di scoprire che quello che stava vivendo era solo un sogno dal quale, tuttavia, non avrebbe voluto risvegliarsi. Attraversò la sala da pranzo leggera alla pari di una piuma quasi senza toccare terra, dopodiché si diresse nella camera da letto e, solo dopo aver vista la sua immagine riflessa nello specchio dell’armadio, prese coscienza di quanto le era appena accaduto: alcune ciocche di capelli, scompigliate dalla brezza marina, erano scivolate lungo il collo donandole un non so che di malizioso; sia il rossetto che il leggero trucco erano quasi scomparsi lasciando trasparire il colore naturale della sua pelle e, con esso, anche l’evidente dimostrazione dell’emozione appena vissuta.
Era quella l’immagine che aveva appena dato di se? Continuava a guardarsi quando improvvisamente vide riflessa una ragazza di quasi diciotto anni che felice e impaurita al tempo stesso stava affacciandosi all’amore.
(Rif. Pagina 71)
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Il puledro
Adam fermò l’auto e la invitò a scendere. Vedendo la sua reticenza, le disse prendendola per mano:”Non temere mia cara, sono animali molto docili!”
Allora Miranda si fece coraggio e si protese in avanti per accarezzare il muso del puledro ma, siccome il suo gesto fu troppo brusco, l’animale si scostò indietreggiando di alcuni passi mentre la madre avanzò sbuffando in suo soccorso. Miranda era impaurita e Adam intervenne allungandosi per accarezzare il collo dell’animale poi le disse: “ Stendi la tua mano…, ecco, così…un po’ più in basso così che lui possa sentire il tuo odore”
A quel punto, con suo grande stupore, il puledro chinò il muso verso la sua mano e cominciò ad esplorarla con la punta del naso.
Miranda era eccitata come una bambina!
“Vedi cara, i cavalli a motivo della loro imponenza, possono incutere un certo timore, tuttavia la loro reazione è proporzionata a ciò che si è in grado di trasmettergli. Se hai paura, loro hanno paura, se sei insicuro, si mettono sulla difensiva ma quando dimostri fiducia e decisione, loro si abbandonano totalmente.
(Rif. Pagina 82)
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