Dettagli
Libro: |
Colore |
Formato: |
21 x 29,7 (A4) |
Copertina: |
Morbida |
Pagine: |
121 |
Categoria: |
Fotografia ed Arte |
Editor: |
Photocity Edizioni |
Lingua: |
Italiana |
Biografia
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Antonio Ulzega
Professore Ordinario di Geomorfologia nelle Università di Palermo e di Cagliari, ha condotto ricerche scientifiche nei campi della geomorfologia dei fondi marini delle piattaforme continentali nei mari della Sardegna, nel Mediterraneo e negli Oceani e di aree costiere in varie regioni a climi differenti: Canada, California, Messico, Argentina, Cile, Indonesia, Thailandia, Nuova Zelanda, Africa.
Come componente di una Commissione UNESCO ha studiato le variazioni del livello del mare negli ultimi 10.000 anni, con particolare riguardo all’evoluzione delle spiagge.
Nel 2000-2001 è stato il primo Direttore del Parco Marino Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena in Sardegna.
Particolare attenzione ha rivolto agli ambienti desertici e sub-desertici degli USA, della Baja California e Sonora in Messico, di Atacama e del Tamarugal in Cile, dell’Australia occidentale, del Marocco, dell’Etiopia, del Senegal e del Tchad.
Esperienze di studio hanno interessato gli ambienti periglaciali della Patagonia cilena e delle regioni andine peruviane, boliviane e cilene.
La macchina fotografica è sempre stata lo strumento base per la documentazione delle ricerche di campo.
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Stralci
1 Stralci
Difficile raccontare l`Africa
Si può dipingere un fotogramma con i suoi paesaggi maestosi, sconvolgenti per noi europei, con le nostre piccole distanze e impreparati allo spettacolo di una natura che domina e scolpisce, non lasciando spazio all`uomo.
Alla fine ci ritroviamo a sfogliare le pagine del suo "diario", nelle cui pagine si racconta del villaggio, delle spiagge con i pescatori e le loro reti, delle vele dei dhow, che si gonfiano di una luce tanto intensa che da sola potrebbe far star male, di quel male chiamato Africa.
(Rif. Pagina 5)
Difficile raccontare l`Africa
Si può dipingere un fotogramma con i suoi paesaggi maestosi, sconvolgenti per noi europei, con le nostre piccole distanze e impreparati allo spettacolo di una natura che domina e scolpisce, non lasciando spazio all`uomo.
Alla fine ci ritroviamo a sfogliare le pagine del suo "diario", nelle cui pagine si racconta del villaggio, delle spiagge con i pescatori e le loro reti, delle vele dei dhow, che si gonfiano di una luce tanto intensa che da sola potrebbe far star male, di quel male chiamato Africa.
(Rif. Pagina 5)
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