Mio padre, io e la morte
De Angelis Ercole
Si dice, ed è quanto mai vero, che appena nati iniziamo a morire, è solo una questione di quando e come. Per questa ragione, chi prima e chi dopo, finiamo tutti per interessarci a lei. San Francesco la chiamava affettuosamente “sorella morte”. In principio la ignoriamo, la vediamo poi, truccata, snaturata, cucinata in tutte le salse in quella scatola chiamata televisione che tutto trasforma in una finta realtà. Crescendo iniziamo ad accostarla timorosi, ma prima o poi ne facciamo esperienza diretta, forte, devastante: un amico, un parente, oppure, con immenso dolore, un padre, una madre, un figlio che se ne va all`improvviso, strappando così, senza anestesia, brandelli della nostra vita. Il tempo passa e con il rimarginarsi delle ferite incominciamo ad abituarci alla sua presenza, silenziosa, ma reale; allora, sull`asfalto, qualche volta rallentiamo, qualche volta preghiamo Dio che ce la scampi. Inesorabile, però, verrà il giorno in cui stanchi la invocheremo. Ed è allora che diventerà anche per noi sorella.
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