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Mio padre, io e la morte

De Angelis Ercole

Si dice, ed è quanto mai vero, che appena nati iniziamo a morire, è solo una questione di quando e come. Per questa ragione, chi prima e chi dopo, finiamo tutti per interessarci a lei. San Francesco la chiamava affettuosamente “sorella morte”. In principio la ignoriamo, la vediamo poi, truccata, snaturata, cucinata in tutte le salse in quella scatola chiamata televisione che tutto trasforma in una finta realtà. Crescendo iniziamo ad accostarla timorosi, ma prima o poi ne facciamo esperienza diretta, forte, devastante: un amico, un parente, oppure, con immenso dolore, un padre, una madre, un figlio che se ne va all`improvviso, strappando così, senza anestesia, brandelli della nostra vita. Il tempo passa e con il rimarginarsi delle ferite incominciamo ad abituarci alla sua presenza, silenziosa, ma reale; allora, sull`asfalto, qualche volta rallentiamo, qualche volta preghiamo Dio che ce la scampi. Inesorabile, però, verrà il giorno in cui stanchi la invocheremo. Ed è allora che diventerà anche per noi sorella.

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Dettagli

Libro: Bianco & Nero
Formato: 14,8 x 21 (A5)
Copertina: Morbida
Pagine: 69
Categoria: Poesia
Editor: Photocity Edizioni
Lingua: Italiana
ISBN: 978-88-6682-231-8

Biografia

foto autore De Angelis Ercole
Ercole De Angelis: nato a Castro dei Volsci, dove vive; sposato, con due figlie, informatico, cantautore. Ha scoperto di avere delle storie da raccontare e le racconta.

Stralci

3 Stralci

Quello che temo veramente

C`è sì, una morte che io temo veramente,
quella del cuore.
Temo che smetta di meravigliarsi
davanti ai monti che al risveglio
guardo ogni mattina.
Temo di non girare più la testa
all’incrociare di una bella donna.
Temo l`aridità che vien con la vecchiaia
che non ti fa stupire più di nulla.
Temo che arrivi il giorno che
vedendo un`ingiustizia
non sorga dal mio cuore indignazione.
Temo di non provar più compassione
vedendo un altro nel dolore.
Temo di non avere più la voglia
di stringere un bambino tra le braccia
che barcollando corre dalla mamma.
Temo più della morte il giorno
quando il mio cuore stanco
si sentirà di non servire più a nessuno.
Quel giorno allora invocherò la morte.


(Rif. Pagina 40)

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