Dettagli
Libro: |
Colore |
Formato: |
21 x 29,7 (A4) |
Copertina: |
Morbida |
Pagine: |
26 |
Categoria: |
Ragazzi e Bambini |
Editor: |
Photocity Edizioni |
Lingua: |
Italiana |
Biografia
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Lara Zavatteri
Lara Zavatteri, classe 1980, è nata e vive in Trentino, nel paese di Mezzana in val di Sole. È giornalista, scrittrice e blogger, appassionata di storia, arte, natura. Con questa casa editrice ha pubblicato la raccolta di racconti "Le Piccole Cose", la fiaba per bambini "Matteo e Ronja nel Parco nazionale dello Stelvio-settore trentino" e il romanzo "Reset" con le storie vere dei suoi antenati. Per conoscerla meglio il suo blog è www.larazavatteri.blogspot.com e profilo su Facebook.
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Stralci
2 Stralci
Ronja e Matteo visitano il centro Runcal a Peio (Trentino) dove si possono ammirare cervi e caprioli del Parco.
Lasciarono Covel e tornarono in paese, per arrivare all’area faunistica
“Runcal” posta tra Peio paese e Peio fonti. Anche lì, passarono senza
problemi, d’altra parte pareva non ci fosse nessuno in giro. Si avvicinarono
ad una struttura in legno e subito alcuni cervi e caprioli furono accanto a
Matteo.
“Questi caprioli e cervi sono nati ed allevati qui” spiegò Ronja “vieni più
vicino.”
Matteo osservò poco lontano un cervo dalle grandi corna, non senza una
certa titubanza.
“E dai, non avere paura. Non uso certo le mie corna per spaventare i
bambini!” disse il cervo.
Matteo trasalì e fece un balzo indietro.
“Ma tu parli!” quasi gridò.
“Certo che parlo, cosa credi? Solo perché fai parte della razza umana che si
considera superiore a tutti credi di essere l’unico ad avere l’uso della parola?”
fece il cervo, un po’ stizzito.
“No signor cervo, mi scusi, solo che non ho mai sentito parlare un animale”.
“C’è sempre una prima volta, bambino” disse l’ungulato, divertito da quel
“signor cervo” che si era sentito rivolgere “tutto parla intorno a te, anche gli
alberi, anche i fiori. Ognuno ha la sua lingua, ma l’uomo non è più capace di
sentirci se non in rari casi, come è stato con te” disse il cervo strizzandogli
l’occhio.
(Rif. Pagina 14)
Ronja e Matteo visitano il centro Runcal a Peio (Trentino) dove si possono ammirare cervi e caprioli del Parco.
Lasciarono Covel e tornarono in paese, per arrivare all’area faunistica
“Runcal” posta tra Peio paese e Peio fonti. Anche lì, passarono senza
problemi, d’altra parte pareva non ci fosse nessuno in giro. Si avvicinarono
ad una struttura in legno e subito alcuni cervi e caprioli furono accanto a
Matteo.
“Questi caprioli e cervi sono nati ed allevati qui” spiegò Ronja “vieni più
vicino.”
Matteo osservò poco lontano un cervo dalle grandi corna, non senza una
certa titubanza.
“E dai, non avere paura. Non uso certo le mie corna per spaventare i
bambini!” disse il cervo.
Matteo trasalì e fece un balzo indietro.
“Ma tu parli!” quasi gridò.
“Certo che parlo, cosa credi? Solo perché fai parte della razza umana che si
considera superiore a tutti credi di essere l’unico ad avere l’uso della parola?”
fece il cervo, un po’ stizzito.
“No signor cervo, mi scusi, solo che non ho mai sentito parlare un animale”.
“C’è sempre una prima volta, bambino” disse l’ungulato, divertito da quel
“signor cervo” che si era sentito rivolgere “tutto parla intorno a te, anche gli
alberi, anche i fiori. Ognuno ha la sua lingua, ma l’uomo non è più capace di
sentirci se non in rari casi, come è stato con te” disse il cervo strizzandogli
l’occhio.
(Rif. Pagina 14)
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Il folletto Ronja accompagna Matteo a visitare la Scalinata dei larici monumentali in val di Rabbi (Trentino) famosa per gli aspetti bizzarri dei suoi alberi.
Così s’incamminarono, e la fatica era minima, sempre grazie ai magici
scarponcini. Poco lontano dal Centro visita iniziò il percorso, e presto
intravidero i primi larici secolari.
“Guarda Ronja, un dinosauro!” gridò Matteo, tutto eccitato. Vuoi vedere,
pensò tra sé e sé, che qui in val Saènt sono sopravvissuti? E dire che le
maestre a scuola sostengono che sono morti da anni e anni e anni.
“Non è un dinosauro” rise Ronja “ma un larice che gli assomiglia. Vedi, su
questo itinerario i larici hanno tutti delle forme particolari e da lì derivano i
loro nomi. Così, quel larice assomiglia ad un dinosauro ed è stato chiamato
così, Grande arco ad esempio è chiamato così…”
“Perché assomiglia ad un arco” terminò la frase Matteo.
“Proprio così”.
(Rif. Pagina 8)
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