Dettagli
Libro: |
Bianco & Nero |
Formato: |
14,8 x 21 (A5) |
Copertina: |
Morbida |
Pagine: |
390 |
Categoria: |
Narrativa |
Editor: |
Photocity Edizioni |
Lingua: |
Italiana |
Biografia
|
sergio ghio privato
Sergio Ghio è nato a Sestri Levante,città dove risiede.Ha frequen-tato l'Istituto d'Arte di Chiavari.Vincitore di alcuni importanti premi letterari nazionali e internazionali tra cui a Venezia, Mosca,Berlino e Lugano,nonché altri innumerevoli premi e riconoscimenti.Suoi racconti e poesie sono presenti in antolo-gie,riviste letterarie,circoli culturali,biblioteche.E' membro del Circolo culturale "Nuovo Arcobaleno" e dell'A.N.P.A.I.
Oltre al romanzo "L'Outil du diable" ha pubblicato due somme di liriche, e il volume di poesie "La nave in bottiglia".
|
Stralci
3 Stralci
Avvertenza
Quando entrai nella valle,il sole scioltosi dalle catene della notte iniziava a sorgere soffuso oltre la barriera risalente l’orizzonte di alti monti quasi come monumentali e salde fortezze in mano alla natura.Boschi rigogliosi e inaccessibili,rocce nere vestite di verdi muschi,orridi dalle bianche pareti,spaccate in crepacci.L’aria del mattino fortemente stratificata in tutto quel verde,era vivacizzata dalle esplosioni della dinamite nelle miniere di pietra.Il vecchio montanaro aveva le sembianze d’un avezzo adamante accartocciato,e mi guardava sorridente con quello sguardo folle e velato che hanno i birbanti consci che non rappresenta nè una schiarita,né una certezza,mostrandomi sorridente gli ultimi denti ingialliti ben tollerari che riuscivano ancora,come una morsa logora e arrugginita,a stringere nelle sue ganasce la pipa di legno con un piacere fulmineo.Sembrava ridere di me,
come dicesse: “C’è qualcosa di meglio d’una pipa consolatoria?” No,pensavo,vedendo come scaraventava in aria le vampe fumose d’un qualche diavolo che bruciava dentro.”E’ meglio dei vangeli” Dissi,come ammoniva Cioran nei suoi sillogismi sul tabacco.Mi trovavo davanti a un vecchio montanaro quasi centenario forse unico esemplare di una comunità ormai scomparsa della Val Graveglia,che vedevo per la prima volta.Portava una camicia di ruvido cotone a quadri neri e rossi,e in testa un cappello di feltro nero,e mandava nell’aria guizzanti sbuffi di fumo azzurrini.Il volto disseccato,i baffi incanutiti tradivano...
(Rif. Pagina 5)
Avvertenza
Quando entrai nella valle,il sole scioltosi dalle catene della notte iniziava a sorgere soffuso oltre la barriera risalente l’orizzonte di alti monti quasi come monumentali e salde fortezze in mano alla natura.Boschi rigogliosi e inaccessibili,rocce nere vestite di verdi muschi,orridi dalle bianche pareti,spaccate in crepacci.L’aria del mattino fortemente stratificata in tutto quel verde,era vivacizzata dalle esplosioni della dinamite nelle miniere di pietra.Il vecchio montanaro aveva le sembianze d’un avezzo adamante accartocciato,e mi guardava sorridente con quello sguardo folle e velato che hanno i birbanti consci che non rappresenta nè una schiarita,né una certezza,mostrandomi sorridente gli ultimi denti ingialliti ben tollerari che riuscivano ancora,come una morsa logora e arrugginita,a stringere nelle sue ganasce la pipa di legno con un piacere fulmineo.Sembrava ridere di me,
come dicesse: “C’è qualcosa di meglio d’una pipa consolatoria?” No,pensavo,vedendo come scaraventava in aria le vampe fumose d’un qualche diavolo che bruciava dentro.”E’ meglio dei vangeli” Dissi,come ammoniva Cioran nei suoi sillogismi sul tabacco.Mi trovavo davanti a un vecchio montanaro quasi centenario forse unico esemplare di una comunità ormai scomparsa della Val Graveglia,che vedevo per la prima volta.Portava una camicia di ruvido cotone a quadri neri e rossi,e in testa un cappello di feltro nero,e mandava nell’aria guizzanti sbuffi di fumo azzurrini.Il volto disseccato,i baffi incanutiti tradivano...
(Rif. Pagina 5)
|
ANTEFATTO
L’Antefatto
L’uomo,guardingo,duro di fiato dei giorni di sabbia del deserto e notti di fumo nei polmoni,gli occhi dei nemici uccisi,ora fissava i passi di chi lo precedeva come il cacciatore la preda ignara.Sul braccio destro aveva tatuata una vistosa giraffa tanto che non vederla era impossibile.Stava percorrendo un sentiero a picco sul fiume sottostante in una torrida giornata. Alto,muscoloso,pareva più vecchio di quanto in realtà non fosse,forse a causa del tempo trascorso nelle fila della Legione straniera in Indocina,
che sarà per tutta la sua vita continuazione di un mito,di una fascinazione
dell’eversione e dell’utopia,un punto fermo di tappe impossibili,e il suo rifugio e inferno,da cui alla fine riuscirà a sfuggire e rimpatriare portando con se il libretto della Legione,le mostrine del reggimento e qualche franco oltre brandelli di ricordi che gli sibillavavano inevitabilmente nella testa,e una pistola Luger cal.7.65 parabellum.
Se si dovesse misurare quella vita col bilancino del farmacista si potrebbe dire che la sua esistenza era stata ancora più squallida...
(Rif. Pagina 7)
|
lamante
“Pronto? Vzzzz…vzzzz…pronto!Qui parla il presidente,vzz…mi sentite? Zuuuu…dov’è finita quella caz…di..vvzzz…l’auto che doveva venirci a prendere? Come la class...vzvz...fichiamo...opera dello Spirito Santo? Vzzv
vzzz...Plinio,Plinioooo…vzzvzv…doveva essere qui vzzz…alle 9 con i na- stri…vzzz…eh…corbezzoli…vzzxzz…lo sa..” Dall’altra parte del filo uno urlò: “Vzzz…Ma chi è che parla? Zuvzzz…vzvzvz…zzz…stò…larr...”
“Il presidente Lamante…Lamante! vzzzz...vzzz…senti un pò,porca mise-ria…Chi vuoi che parli,i marziani?” E l’altro:
“Come,i cristiani…Qui parla…vzzz…il segretario…vvzzvz…regionale...
zxvzzzz…fatti sentire...porc...” E Lamante schiumoso:
“Ma con chi parlo? Vzz…vz…xxzzz…col Centro Provinciale o col manicomio di Quarto? Vzzzzz…io sono Paride Lamante! Hai capito? Vzvzzz…
sti telefoni del cazzo…” E quell’altro urlò:
“Ma l’amante di chi? Vzzz…vzzvz…ma mi faccia il piacere! Sia serio,la smetta! Non si...verg...xzzvvz...”
“Vzzz…sono Paride Lamante...porc...cos’è accaduto a Plinio..vzvzvz…e la sua macchina? Doveva essere qui alle 10 vzz..vz…cosa bisogna fare,la richiesta per iscritto?”
“Ah...Lamante…vzvzv…non è colpa mia…vzvzvzv…se siete nella merda…vzzzvz…cosa posso farci? Vzz... prendetevela con la Teti…zzvzv…
vorreste mica la carrozza coi cavalli? Vxzz...non è più di moda...l’abbiamo
persa in guerra…vvvvzz…z…arriva con vuzzz…Pasquale…”
“Pronto? Vzzz….Pronto! Vzzvz…Il bello è che come per tutte le cose che vanno in malora,hanno sempre pronta una sintetica spiegazione.Andrà meglio la prossima volta,vedrà.Cerchi di capire…otto ore al giorno…stia più che può alle regole,si prepari bene in anticipo,ogni numero,ogni squillo,ogni pausa la studi a fondo,meglio far controllare ogni tanto l’apparecchio da un nostro tecnico...xzvv...adeguatamene.Immagina un po’ se uno ci deve parlare,fare un discorso in parlamento…vzvvv…vvxvxv…zzvv non la sanno mica che lingua è...
(Rif. Pagina 69)
|