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Caro Bruno Pietro !
( Caro Lorenzo, avrebbe scritto probabilmente Foscolo, “ e questo che cazzo centra ! ” potresti dirmi e forse non avresti
tutti i torti )
Il file pdf, che troverai allegato alla e-mail successiva a questa, contiene una sintesi del materiale di Gigo, che, finalmente, dopo mesi di esitazione, ho deciso di visionare. Si tratta di ventitre
fogli A4 color giallo paglia, tenuti insieme da tre graffette, su cui sono incollati tanto di foto, documenti, ed appunti.
Sembrerebbe la bozza di un fotoromanzo, ma purtroppo non lo è.
Sono in treno, da pochi minuti abbiamo lasciato la stazione di Grosseto. Mentre scrivo al portatile, di tanto in tanto, guardo fuori il susseguirsi di paesaggi, sotto questo cielo limpido ed intensamente azzurro di Ottobre e ne godo.
.......Qualche settimana fa, a Roma, mi ha colpito molto una ragazza che cantava e chiedeva l’elemosina in metropolitana. Quegli
occhi, quel viso, quella serenità, quella semplicità, mi hanno trasmesso una sensazione davvero unica, molto bella. Mi sono chiesto se tra persone del genere potesse esserci la mia lei: spesso è più vicina di quanto si possa immaginare, ma non la si vede perché distratti da altro.......Mi allontano per un po’, vado in bagno e poi al bar: poco fa è passata una strafiga che mi ha fatto andare su di giri. Mi ha fissato per un po’, poi ha rivolto di nuovo lo sguardo davanti a sé.
Ho preso una saggia decisione proprio in bagno, sembra che lì nascano le migliori idee, e tornato al mio posto l’ho subito
concretizzata: ho tolto le graffette che tenevano insieme quei fogli di Gigo e li ho gettati via dal finestrino. Li ho visti per un attimo ed immaginati poi disperdersi nel vento ed ho sentito volare via tutto ciò che li riguardava.
(Rif. Pagina 15)
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Cammina sereno lungo corso Indipendenza: le persone, le vetrine dei negozi, un barbone che chiede l’elemosina al quale porge un pugno di monete; artisti di strada che dipingono, suonano, cantano, ballano. Da lontano la chitarra di Beppe Maniglia fa Yesterday: quel suono man mano che Claudio,
Luca, o… va be’ facciamo Marco, si avvicina a Piazza Maggiore si fa sempre più intenso e bello. Si ferma a guardare una vetrina, colpito da una camicia azzurra ed un giubbotto marrone, bene indossato da un manichino poco distante. Poi lo sguardo cade sui dei jeans grigio fumo ed un maglione rosso cenere. Riprende a Camminare....Marco intanto è all’incrocio con via Castiglioni, gira imboccandola; cammina di fianco al traffico. Una moto ruggisce potente, tra lui e la fila di macchine, e superandolo dopo un po’ piega a sinistra.....È contento, pensa che stasera si va al concerto de Le Vibrazioni. D’un tratto nella mente parte un loro pezzo,Se...Marco regola i passi a tempo di musica. Poi parte un altro loro pezzo, Angelica....Quel gruppo lo fa impazzire, da ex chitarrista de I Disperati,gran bel gruppo ma sfigato, pensa che quei ragazzi hanno della stoffa, sono in gamba, e che stanno dando molto alla musica italiana: quelle melodie costruite così bene, quei testi così ben scritti. Marco è un sognatore e, assorto nei pensieri, immagina di essere il chitarrista de Le Vibrazioni e colui che scrive la maggior parte dei pezzi: i concerti, la folla, gli autografi, il suo
ritorno al paese a Natale da Very Important Person e non come ci torna nella realtà da Very Important Pirla. Si immagina seduto
sul divanetto, di fianco l’albero addobbato, a parlare con i parenti e con qualche amico del successo del gruppo, a fare qualche autografo, a fare ascoltare qualche pezzo inedito del prossimo cd.
(Rif. Pagina 23)
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Il controllore ha interrotto il film, premendo lo stop al mio videoregistratore mentale, con la solita frase : “ Biglietti,
prego ! ”
“ l’ho fatto in internet ed ho il codice ”, “ ecco il mio ! ”
facciamo, quasi contemporaneamente, io e la signora di fronte a me. Ci sorridiamo e mentre lei porge il biglietto al controllore
io leggo il mio PNR dall’sms di conferma di Trenitalia. L’altoparlante annuncia che stiamo per arrivare nella stazione di Brindisi. L’uomo in divisa, dopo qualche secondo, con un grazie, le restituisce il biglietto e rivolgendosi a me fa : “ Allora, lei mi diceva che ha il codice, lo ha fatto in internet ? ” .
“ Sì, ecco il PNR: UA4RW90 ”.
“ Perfetto, ecco a lei ”, fa dopo un po’ l’uomo di Trenitalia, porgendomi la ricevuta appena uscita dal palmare. Poi prosegue,
si ferma davanti allo scompartimento successivo, e di nuovo fa : “ Biglietti, prego ”. E a quello successivo “ Signori
– pausa – biglietti ! ” . Del resto, considero che, oltre a quelle due frasi, forse non si possa dire altro, oppure sì !? Controllo biglietti ! no ! suonerebbe ridicolo; oppure ….. mi fa vedere il biglietto, per favore ? va già un po’ meglio, ma potrebbe andare bene quando c’è una sola persona nello scompartimento,
forse, altrimenti dovrebbe ripeterlo anche per le altre e suonerebbe anche questo male, ripetitivo, probabilmente. Ma se alterna
mi fa vedere il biglietto con biglietti prego !| forse va meglio, anzi forse può proprio andare. Boh ! ma che ne so !
Oppure signori mi fate vedere i biglietti ? no, no, no, no, no !
Nel frattempo, mentre penso a come un controllore possa chiedere un biglietto, la signora è uscita dallo scompartimento e me
ne accorgo perché noto il posto vuoto, non perché l’ho vista fisicamente andare via, tanto ero immerso nei miei pensieri. È
andata in bagno, al bar, è scesa ? Decido di fermare il cervello, altrimenti, rischio di nuovo di impegnarlo per cose che tutto
sommato non servono alla mia vita.
(Rif. Pagina 28)
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Sono sul terrazzo del mio appartamento. La luna bianca e grande, da dietro il comignolo della casa di fronte, illumina la notte, calda e serena. Una chitarra, dal palazzo di fianco, svisa fiera, coprendo i lontani rumori del traffico che arrivano dalla
Tuscolana. Sono davvero sereno. Mi sento in contatto col mondo più che mai e ne godo. Questa mia armonia è dovuta anche ad una bellissima esperienza che ho fatto proprio la settimana scorsa in Scozia: cinque giorni di benessere, fisico e mentale, ai Giardini di Venere. Una esperienza indimenticabile.
C’era gente di ogni tipo, di diversa età, razza, religione, pensiero, condizione fisica, condizione sociale, considerata tutta allo stesso livello, senza alcuna discriminazione. La giornata andava così: di mattina venivamo svegliati dal canto del Magnifico...Il mi del flauto ci avvisava che
potevamo iniziare il rilassamento spirituale, durante il quale si stava in silenzio o quasi e si assaporava l’essenza della natura: la melodia degli uccelli, il fruscio degli alberi, i profumi della
vegetazione portati dal vento. Chi voleva poteva bagnarsi nella Fonte Suprema, meditare, scrivere, dipingere, respirare il Fumo degli Dei, mangiare i frutti della natura. Se ci si piaceva spiritualmente o fisicamente ci si poteva inoltrare nel bosco. Io ero quasi sempre nel bosco con Kamira e Stefy ed Antonomasia o ai bordi della Fonte a respirare il Fumo degli Dei e a scrivere o a leggere qualche capitolo da Siddharta, da Il Pellegrinaggio in Oriente, da Narciso e Bocca d’oro, di Hesse o da Il
gabbiano Jonathan di Bach. Spesso faccio queste esperienze, ma, tutto sommato, lo sai, io l’essenza dell’Esistenza la respiro
quasi sempre proprio per il mio modo di essere. La mia anima riesce spesso a volare: se sto in un bosco o in un night club o in
una strada trafficata di New York o in un letto di ospedale o se stessi anche per strada da barbone a chiedere l’elemosina.
(Rif. Pagina 30)
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Dopo tutto, dopo tutto, io penso che questa mia generazione, generazione, è a dir poco entusiasmata – e non di sicuro potrei farlo quando il Padre Guardiano aggiusterà la tapparella e ripartirà per la luna e sotto il mare canterà il pallore delle foglie
autunnali – ad una lezione di latino gratis su Marte. Il sogno più importante e significativo, significativo, lo facevo
in analisi matematica quando l’asintoto orizzontale, incrociandosi con il coseno della tangente conica, russava con mio padre
al tramonto, al tramonto e senza alcuna virgola, senza alcuna virgola, e senza alcun rigore, rigore, fallo, punizione che sia
che l’arbitro cornuto non fischiava mai, non fischia, sopra la luna che piange al di sotto, al di sotto, di un povero albero azzurrastro. Ma il pesce si mangia con il grissino quando L’Egitto si inventerà il polmone sul palco che ospita il Sifone.
Non dico che tutto è bene quello che, quello che, simbolicamente. simbolicamente, parlando, dico che sto intrecciando l’aurora al mattino prima del Gufo che passa in un ago. Sento già freddo nell’anima, quando tu arrostisci la carne in un mattino, in un mattino di autunno infantile, sotto dei pioppi salmastri e lunatici che, che, annaspando, annaspando ed arrancando, ed
arrancando, prendono il piede e ti fanno una siringa al polmone sinistro, quadrilaterale.
Ovviamente senza alcun risultato peninsulare !;:,…???
(Rif. Pagina 41)
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Frequentavamo il quinto liceo, preoccupati ed angosciati per la maturità. ORA DI ITALIANO: Lino, Lorenzo, Berto e Riccardo, qualche secondo prima che la prof Della Larda entri in aula, scappano via dalla finestra per non essere interrogati. È la terza ora e Della Larda, segnandoli assenti, non si accorge della loro presenza nelle ore
precedenti ?.ORA DI FILOSOFIA:io ed Armando, nel sentire il termine GNOSEOLOGICO, scoppiammo a ridere a crepapelle e, non riuscendo a contenerci, finimmo per essere cacciati dall’aula ?. ORA DI LATINO:
la prof rivolgendosi a Peppino,sempre impegnato a guardare Antonella con occhi trasognati, gli fa: “ Cesare ! per favore,
leggi questo interessante scritto di Peppino ! ”. Si ascoltava tanta musica: De Gregori, De Crescenzo, Ramazzotti, gli U2, Pink Floid, Dire Streets; tu Bruno ascoltavi
prevalentemente Toto Cutugmo e Fiordaliso ?. Si andava in giro con la Super 5 di Giuseppe o con la 127 di Gesualdo. Primi amori, prime delusioni, prime incertezze...Rimpianti ? In autobus il signor Congliocchiali ha chiesto
al signor Senzaocchiali se avesse avuto o avesse rimpianti. Sono dovuto scendere e non ho potuto ascoltare la risposta. Per strada, mentre camminavo, mi sono chiesto se io avessi dei rimpianti. La risposta è stata no, secca , istantanea: tutti abbiamo
perso dei treni nella vita, una persona alla quale non abbiamo saputo dire ti amo, un’occasione in cui non ci siamo fatti
valere, ma se ci poniamo nei confronti di queste cose con l’atteggiamento del ah ! se avessi avuto, ah ! se fossi stato, ah ! se avessi detto è normale che poi nascono i
rimpianti e ci logorano. Certi treni non li abbiamo presi semplicemente perché non eravamo ancora pronti, preparati, a
salirci su...Chi ci assicura poi che se avessimo fatto una certa cosa la vita
sarebbe andata meglio ?
(Rif. Pagina 43)
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Stamattina, mentre passeggiavo in campagna, ne ho viste alcune ed ho staccato delle foglie. Arrivato poi davanti a un bar, sono entrato e ho chiesto un frullato di foglie di Aloe con miele e me lo sono bevuto seduto ad un tavolino, mentre leggevo delle storie di scrittori emergenti, inviatemi tempo fa. Alcune, devo dire, sono molto avvincenti, belle, piene di idee, altre purtroppo
no. Però, quasi tutte sono scritte in un italiano pessimo, spesso sgrammaticato. Questo,secondo me, è dovuto soprattutto
al fatto che si legge poco e si dà poca importanza alla grammatica e alla sintassi. A volte anche il cinema e la televisione
fanno la loro parte, servendoci su un piatto d’argento espressioni del tipo se avrei avuto la tua fortuna, sarei andata via
da questo posto. E a dare il cattivo esempio sono anche alcuni insegnati che scrivono e parlano male. Semmai, inconsapevoli
di alcuni cambiamenti e legati ancora ad una grammatica di cinquanta anni fa, correggono un gli disse con un disse loro e poi continuano ammonendo con una frase del tipo `se sarei in te mi farei imparare l’italiano da qualcuno che lo sa o quanto
meno vado a prendere nello scaffale quel libro di grammatica pieno di polvere che tutti hanno in casa e che da tempo hanno
rimasto lì e gli farei una bella ripassata`. E poi incominciano la loro bella lezione con lo stesso modo di esprimersi.
(Rif. Pagina 67)
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Sono stato al paese e, purtroppo, devo dire che non è cambiato quasi niente: solite vecchie strade, solite vecchie insegne,
solite vecchie case, la solita aria pesante per l’inquinamento delle discariche e fabbriche che avvelenano l’aria senza pietà, non rispettando le fondamentali norme ambientali, non dico tutte, sarebbe troppo per quei posti. Molti prendono il cancro, ma questo pare non fregare a nessuno. L’aria è pesante anche per la superficialità e l’ignoranza di molta gente che spesso si lamenta, si lamenta, ma non fa nulla per migliorarsi e migliorare le cose. Gente che non sa o non vuole sognare; gente che ha deciso di arrendersi; gente che passa il tempo a studiare come fregare gli altri e lo stato., per l’unico obiettivo di fare montagne di soldi e non importa in che
modo; soldi, soldi, soldi, per essere potenti, per avere quello che non spetta, per avere quello che non si sa o non si vuole
guadagnare con le proprie forze...in piazza,
proprio di fronte al comando dei vigili urbani, c’è Walt, il posteggiatore e venditore abusivo, e chi lo toglie di lì !? Chi parcheggia deve pagare due volte: a lui ed al comune. Se non dai i soldi a Walt trovi come minimo una gomma bucata, se i
vigili non vedono sul tuo cruscotto il grattino, compilato correttamente,
ti fanno una bella contravvenzione, naturalmente, facendo finta di non vedere Walt, che opera indisturbato proprio
a qualche metro da loro...
(Rif. Pagina 69)
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8.b
Per strada, mentre stavo andando da zio Sancio, ho visto un operatore ecologico che
svuotava nel camion il contenitore del vetro, quello della plastica,quello della carta, quello delle batterie, quello dei metalli e quello dei rifiuti umidi, fottendosene della regola secondo la
quale ogni giorno in quel camion, eccetto gli umidi che vanno raccolti a parte tutti i giorni, va versato solo uno di quei contenitori...gli ho chiesto spiegazioni e lui sai cosa mi ha risposto? con quella faccia di cazzo tipica del tipico ignorante e superbo che ti guarda come se tu chissà che stessi dicendo di strano ! Mi ha risposto che dovevo stare tranquillo, quando quei rifiuti sarebbero arrivati a destinazione, chissà quale destinazione, li avrebbe separati lui di nuovo...Il signor Merendoni si ritiene ( o fa finta ) ed è ritenuto da molti un benefattore: accoglie gli extracomunitari, gli dà un alloggio, gli dà da mangiare, spesso gli compra anche degli indumenti. C’è un però, però ! Li fa lavorare come bestie nei suoi campi e nelle sue fabbriche e le belle donne le fa prostituire. Sì dovrebbero vergognare ed invece spesso si vantano anche
del loro operato.
(Rif. Pagina 72)
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Caro Bruno, ho riflettuto a lungo negli anni, soprattutto ultimamente, sul fatto che possa esistere o meno un aldilà. A volte mi sono quasi convinto di sì, più spesso ho pensato di no, il paradiso è un’astuta bugia eh eh eh eh ! ! ! ( Litfiba ); ora
invece penso che sia impossibile dire se esista o meno, al di là di tutte le probabili cazzate che da secoli ci dicono a proposito. E allora voglio pensare che ci sia un cinquanta per cento di possibilità che esista una vita oltre la vita e un cinquanta per cento di possibilità che ci sia il nulla dopo la morte...mi viene da pensare che chi la vita se la gode e sopratutto non fa del male a nessuno, almeno volontariamente, starà bene in un probabile aldilà. Per cortesia, quando sarò morto ( spero avvenga prima di te ed
il più tardi possibile, ma non ho paura della morte, sono soddisfatto
di quanto ho fatto finora ) fammi cremare e gettami nel mare o in un fiume. Se non ti sarà di molto fastidio, vorrei che
mi portassi a Roma e mi gettassi nel Tevere, proprio dal Ponte
Milvio ...Mario si convince a tornare in clinica. Tutto sommato non
gli dispiace rivedere gli amici e sentire il loro affetto, in particolare
quello di Turbototale, Misterodellafede, Messia e quello
di Animaincatenata.
La mattina seguente il suo ritorno, vede da lontano una
ragazza: è alla finestra a guardare in giardino. Incuriosito le
si avvicina. E come in un sogno, come in una favola di altri
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tempi, come per magia, scopre che quella ragazza è...
(Rif. Pagina 81)
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