"Giringirare" dentro e fuori di noi. Ma finisce mai realmente un Viaggio?
Lo so, lo so, eccome se lo so. Servirebbe una chiosa, qualcosa ad effetto, qualcosa di forte. Col carattere introverso dell’orso non riesco ad esternare qual che questo diario, e tutti Voi, meritereste degnamente. Quanto meno per la pazienza dimostrata fin qui, seguendoci lungo provinciali assolate, salite impervie, trasferimenti frammentati. Col cuore in mano, col pathos in gola. Ed invece con lo sguardo perso di chi ha paura d’aver deluso sembro rifuggire un giudizio, un passaggio inevitabile; è autodifesa, c’è molto di umano in questo. D’altra parte l’istinto di conservazione, o quel che sia, si manifesta anche con simili sfaccettature. Rifuggire l’inesorabile, l’inevitabile. Esorcizzarlo. Giusto? Sbagliato? Panacea? Rimedio? Chissà; non dilunghiamoci oltre, non vorrei salutare frettolosamente ed aggiungere anche una folta schiera di interrogativi inevasi. Ve ne chiedo scusa. Ma forse tutto sommato è meglio così. Non è un addio, è un arrivederci. Anche il fatto d’aver indicato solo il numero del giorno, senza riferimenti d’anno alcuni, può esserne indizio a favore. Un racconto estemporaneo, non delineato né racchiuso in un periodo troppo definito. Una finestra lasciata aperta per il futuro, nostro e Vostro. E’ un arrivederci, dunque. Questo è scontato, è assodato. Un sincero arrivederci.
(Rif. Pagina 74)
|
Come farsi odiare da quasi o tutti gli utenti della strada? Semplice, basta osservarne i comportamenti!
- quand`è stato inventato il Suv (noto mezzo meccanico pesante femminile atto al tragitto casa - scuola - negozio), il Padreterno aveva sicuramente qualcos`altro che lo teneva decisamente molto impegnato; - i mezzi a due ruote a presa diretta, mirabile dictu, procedono meglio e più spediti sorpassando e/o inserendosi di soppiatto sulla destra o con andatura similare (sicuramente sarà indicazione specificata sugli specifici Libretti d`uso e Manutenzione); - (...non me ne vogliano perché la natura umana è comprensibilissima, ma...) si raccomanda di tenersi a debita distanza di sicurezza da furgoni e mezzi da lavoro in generale a ridosso delle ore pasti; 72 - la linea d`arresto allo stop di intersezioni alla strada che si sta percorrendo viene degradata da "obbligo" a mero suggerimento. Regolarsi di conseguenza; - per gli indicatori direzionali, vedasi la voce "Indiani d`America"; - qualora si proceda in moto si può essere superati inderogabilmente ed esclusivamente nella propria corsia di marcia (addendum tecnico, la "luce" prevista tra auto sopravanzante e moto è inferiore a quella indicata fra due corpi, secondo quanto indicato dalla regola del fuorigioco dalla normativa Figc per il Giuco del Calcio). - il gesto internazionale di "scuse" con la mano va a sanare retroattivamente ogni infrazione alla normativa vigente. Si badi, parte della giurisprudenza permette indistintamente la variante cd. del "vaffa" qualora ad insindacabile (suo) giudizio il presunto trasgressore si senta libero di esperire detto istituto giuridico; Ulteriori aggiornamenti sono previsti in via informatica da consultarsi a mezzo smartphone ESCLUSIVAMENTE durante le operazioni di guida.
(Rif. Pagina 72)
|
Laghi, dal Garda al Molveno
Rinfiliamo i caschi, le vette sullo sfondo sembrano avvicinarsi lente, il paesaggio continua a cambiare gradualmente e piacevolmente sotto le ruote; la Royal risale lo specchio lacustre nascondendosi e rivelandosi tra le rapide e frequenti gallerie. Il vento aumenta di vigore, non fastidioso, avvicinandoci verso Riva (è lontano e spiacevole ricordo quello del giorno prima, non pesa ora, aiutati anche dalla vista delle vele variopinta, pennellate multicolore sulle onde alla nostra destra, spiate fra un tunnel e l’altro). Potrei (dovrei?) riagganciarmi alla veloce autostrada del Brennero in direzione austriaca, ma - fossi matto - non ci penso decisamente per niente. Risalgo per Arco (carinissima), scopriamo Dorsino. Facciamo conoscenza con i primi tornanti seri (canno, largo, il primo, dato l’ingombro e la poca praticità; la strada sgombra non punisce l’errore), mentre il Gruppo del Brenta accanto sembra quasi ridersela. L’aria è già più fresca, ma piacevolissima, il cielo è sgombro, il traffico ridotto; da simili quinte si schiude alla vista lo scrigno del lago di Molveno.
(Rif. Pagina 20)
|
Pensieri liberi andando "giringiro"
Gli odori acri e le facce, gli sguardi da corsia d’ospedale sono lontani anni luce, i tanti “Se io sarei” sorbiti nei colloqui di selezione sono rimpiazzati da chiacchiere cordiali nei bar. Mi sovviene una frase di Moravia 40 annotata tempo fa: “Un male incerto provoca inquietudine, perché, in fondo, si spera fino all`ultimo che non sia vero; ma un male sicuro, invece, infonde per qualche tempo una squallida tranquillità”. Nulla di più vero, nulla di più calzante. Ma la frenesia entusiasta da viaggio reclama il suo tributo, il tempo tiranneggia incombente. La strada, la strada, la strada ci vuole ancora, il desiderio è reciproco. Ci riavrà, la riavremo.
(Rif. Pagina 39)
|
Prologo
Signore e Signori carissimi, eccomi qui a buttar giù due righe (anche se qualcosa mi dice che, cosa molto probabile, non sarò strettamente di parola…), appena rientrato da due intense settimane di viaggio a bordo della mia verace motocicletta AngloIndiana Royal Enfield. “Due settimane di viaggio”, un’espressione forse un po’ riduttiva e magari anche volatile e volubile; in realtà in sella a quell’insolito monocilindrico, magari dalla tecnologia (ma sicuramente anche dalle passioni di quasi mezzo secolo fa), c’era un misto di voglia di evasione, di ricerca di sogni da realizzare e rinnovare, di fuga dalla realtà ma tuffandosi comunque nella realtà stessa. Tutto questo, condito con un pugno d’incoscienza del neofita senza esperienza (o quasi), spinto dalla chimera dell’avventura un po’ sciocca e un po’ savia che tanto però sa far bene alla vita.
(Rif. Pagina 5)
|
Regole di viaggio
L’appena accennata tabella di marcia procede bene, rispettiamo poche ma fondamentali regole: per ridurre al minimo lo stress per passeggera, pilota e soprattutto moto, ci regoliamo difatti con una tappa, fosse anche una sigaretta o un caffè, ogni 100km o ogni ora (arrivando distrutti, che vacanza sarebbe?). Non vogliamo e non dobbiamo bruciare la strada, l’andatura fanfarona aiuta a gustarsi appunto, queste trasformazioni, agevolano gli incontri, permettono di riscoprire e rivedere anche l’apparentemente ovvio; perché uno degli scopi è anche questo, perdersi per rivedere con occhi nuovi tanti angoli ed aspetti di questo nostro Paese senza eguali.
(Rif. Pagina 14)
|