Dettagli
Libro: |
Bianco & Nero |
Formato: |
14,8 x 21 (A5) |
Copertina: |
Morbida |
Pagine: |
160 |
Categoria: |
Gialli, Noir e Horror |
Editor: |
Photocity Edizioni |
Lingua: |
Italiana |
Biografia
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Gloria Baisini
Gloria Baisini, anno 1982, è laureata in psicologia e da sempre si è interessata agli aspetti profondi dell'animo umano. Personalità semplice, solare e divisa tra ragione e fervida emotività, ha sempre vissuto tra le montagne Bresciane della Valle Camonica, trasferendosi a Padova durante il periodo universitario.
La sua prima opera letteraria risale al 2010, romanzo di formazione scritto in seguito alla perdita prematura della madre, intitolato: La distanza perfetta, e ambientato nella pianura emiliana. Amante dei viaggi e dell'arte in tutte le sue forme, l'autrice cerca di rendere palpabili i sentimenti più semplici e umani che si manifestano attraverso i suoi personaggi.
Con Il giorno della farfalla continua un percorso letterario ormai decisa a portare avanti, in quanto coltiva il sogno di diventare una scrittrice a tutti gli effetti.
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Stralci
2 Stralci
Pensieri dal diario
22 Gennaio
Ho dato il quadro a Ivan. E’ rimasto molto colpito. Mi ha detto che un giorno diventero` qualcuno, non come lui che restera` sempre un pizzaiolo squattrinato. Io mi sono messa a ridere e lui mi ha accarezzato. Che bello e` stare tra le sue braccia. Mi sento protetta. Poi quando devo uscire da casa sua di nuovo inizio ad avere paura. Percorro la poca strada che mi porta alla comunita` restando sempre ben ancorata al muro. Sentire qualcosa sulle spalle mi rende piu` sicura. Io ho sempre paura, soprattutto del buio. Mi piacerebbe riuscire a non averne, ma so di avere la calamita per le cose brutte e imprevedibili, quindi devo stare all’erta. Qualcuno potrebbe seguirmi, quando meno me lo aspetto. E poi mi guardano quando cammino, gli occhi degli uomini mi scrutano, mi penetrano, mi violano. E io non posso fare a meno di evitarlo. Da un lato mi sento eccitata, e dall’altro rasento il terrore allo stato puro, terrore di me stessa, della parte cattiva di me che puo` prendere il sopravvento e farmi del male.
(Rif. Pagina 90)
Pensieri dal diario
22 Gennaio
Ho dato il quadro a Ivan. E’ rimasto molto colpito. Mi ha detto che un giorno diventero` qualcuno, non come lui che restera` sempre un pizzaiolo squattrinato. Io mi sono messa a ridere e lui mi ha accarezzato. Che bello e` stare tra le sue braccia. Mi sento protetta. Poi quando devo uscire da casa sua di nuovo inizio ad avere paura. Percorro la poca strada che mi porta alla comunita` restando sempre ben ancorata al muro. Sentire qualcosa sulle spalle mi rende piu` sicura. Io ho sempre paura, soprattutto del buio. Mi piacerebbe riuscire a non averne, ma so di avere la calamita per le cose brutte e imprevedibili, quindi devo stare all’erta. Qualcuno potrebbe seguirmi, quando meno me lo aspetto. E poi mi guardano quando cammino, gli occhi degli uomini mi scrutano, mi penetrano, mi violano. E io non posso fare a meno di evitarlo. Da un lato mi sento eccitata, e dall’altro rasento il terrore allo stato puro, terrore di me stessa, della parte cattiva di me che puo` prendere il sopravvento e farmi del male.
(Rif. Pagina 90)
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L`interrogatorio
«Ciao, tu devi essere Martina, giusto?».
Io annuisco con la testa. Non mi piace per niente quest’uomo. Puzza di fumo e ha uno sguardo inutile, come se dentro fosse vuoto. Mi guarda come se sapesse tutto di me, come se volesse indagare nei fatti miei per trovare una colpa in qualcosa. Io non l’ho uccisa Jessica, nessuno qui l’ha fatto. Sospettano di noi solo perche` siamo i figli di nessuno, solo perche` se gridiamo non si sente la nostra voce.
«Mi dispiace molto per quello che e` successo alla tua amica, perche` Jessica era tua amica, vero?».
«Che cosa vorrebbe insinuare?» gli rispondo a voce bassa.
«Niente, ti sto solo chiedendo se tu e Jessica eravate amiche».
«Io non ho amici qui dentro. Solo coinquilini».
«E fuori di qui, hai amici?».
«Certo, non sono mica una sfigata».
«Dormivate nella stessa stanza, tu e Jessica?».
«No. Lei dormiva con Alessia. Io dormivo nella stanza piu` piccola di tutte. Da sola».
«Che cosa sai di Jessica?».
«So che era grande, molto piu` grande della sua eta`. Quando ti scontri presto con la merda poi cresci, ma questo non so se lei lo capisce».
«Lo immagino» mi fa lui, e vedo nei suoi occhi una velatura di tenerezza che mi fa quasi schifo.
(Rif. Pagina 71)
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