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Effetto Neve

Elena Scialtiel

In un afoso luglio velato dalla nebbia sullo stretto di Rocky Cape, staterello francobollo ai limiti del Mediterraneo, s’intrecciano i destini di due fratellastri francesi e due sorellastre locali. L’ispettore di polizia Kay Xiarras sorveglia uno spacciatore al parco con l’ex collega Brian, trasferito all’Antidroga, e il suo cane lupo Perf. Quando lo testa mozzata dello spacciatore viene ritrovata al bowling, e i suoi bulbi oculari in un plico inviato alla devota presidente di un’associazione civica, moglie di un pasticciere en vogue, Kay mobilita la sua squadra omicidi multietnica - cui si accoda la recluta Ines, fidanzata di un marine americano di stanza alla base navale - per inflitrarsi tra il pubblico della sfilata di moda dell’eccentrico stilista francese Rollo de la Fleur a tema ‘Neige’. Qui, due soprese li attendono: cocaina inamidata negli abiti, e un fotomodello dal diabolico nome crocifisso alle mura, vestito solo di un paio di angeliche ali. Sul suo petto campeggia speculare la scritta EGOISTE tracciata a rossetto. In una corsa contro il tempo per consegnare al controspionaggio americano la cognata di Rollo, magnate della viticultura e contrabbandiere di pietre preziose a latere, Kay si ritrova a giocare a cane e gatto con il perito scientifico Da Silva, che mastica liquirizia e sputa sentenze più insolenti dei meme stampati sulle sue magliette. Tra glamour, croissants e teatrini da boudoir,inseguimenti mozzafiato a piedi e in autobus, un supremo triangolo d’amore-odio suggella il destino di Brian sulla pista dell’unico aereoporto al mondo dove il traffico sia regolato da passaggi a livello.

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Dettagli

Libro: Bianco & Nero
Formato: 14,8 x 21 (A5)
Copertina: Morbida
Pagine: 203
Categoria: Gialli, Noir e Horror
Editor: Photocity Edizioni
Lingua: Italiana
ISBN: 978-88-6682-892-1

Biografia

foto autore Elena Scialtiel
Laureata in Lettere Classiche all'Università Statale di Milano, ed esperta di linguistica, antropologia culturale, arte e musica pop, Elena Scialtiel vive e lavora a Gibilterra dal 1997. Dopo una breve avventura come traduttrice nel mondo delle scommesse sportive on-line, nel 2002 ha intrapreso la carriera giornalistica presso il secondo quotidiano nazionale in lingua inglese, Panorama Daily, occupandosi di moda, cultura, società e politica, soprattutto durante i mesi caldi delle trattative per la sovranità congiunta anglo-spagnola. Dal 2005 collabora come freelance ad alcuni mensili patinati di Gibilterra e della Costa del Sol, ed ha intervistato artisti del calibro di Marillion e Tico Torres. Nel 2006 è stata runner-up al premio Ed Lacy Award per un articolo pubblicato su MedLife, la rivista trimestrale distribuita sui voli British Airways di rotta sul Mediterraneo. Nel novembre 2009 ha pubblicato negli Stati Uniti il suo primo romanzo in inglese, 'Amandine'. Un anno dopo è uscito 'Absinthe', la cui traduzione italiana 'Assenzio' è disponibile presso questa casa editrice. In quella raccolta di racconti è contenuta la prima avventura della giovane ispettrice Kay Xiarras di Rocky Cape e della sua squadra omicidi multietnica, prima di una fortunata serie di romanzi che include il vincitore del concorso Da Self a LED 2011, 'Il Califfo di Qasbat-Al-Noor' ambientato nelle montagne del Rif, 'Miss Mediterraneo', 'Il Filo di Sutura', e infine 'Nepenthes' pubblicato in lingua inglese a Gibilterra a cura del Ministero per la Cultura, Gioventù e Sport. Elena è anche una pittrice, pioniera della tecnica dello smalto per unghie su melanina. Ha tenuto due personali a Gibilterra, "From Day One" nel dicembre 2006 e "Love Triangles" nel marzo 2010.

Stralci

3 Stralci

I pompieri

Rimasi sulla ‘scena del crimine’, per poterla visitare appena i pompieri lo consentivano. Dopo qualche minuto, i due che erano andati in avanscoperta uscirono con i caschi sotto il braccio e un sorriso beato: “Tutt’a posto, capo. L’incendio, di minima entità, è circoscritto e spento. Scaturito nel forno, non ha fatto danni gravi. Le pareti intorno sono bruciacchiate, ma la struttura portante rimane sicura. Non c’erano né vittime né feriti all’interno. Non sarà necessario evacuare gli inquilini per la notte. Tutto si risolve con una mano di tinta e una nuova consegna di farina. Quella che c’era, s’è caramellata nel forno.” E a me: “Vuole fare un sopralluogo, dottore? L’accompagno.” Dottore? Nessuno mai mi chiamava cosí, ma faceva pur sempre piacere sentirsi riconoscere una sudata laurea. Mi porse il braccio, confidenziale, ma immaginai volesse accertarsi che io non inciampassi nei detriti sparsi sul pavimento. “Anzi, sai che ti dico, bellezza? Lascia perdere il forno, vientene a casa mia e giochiamo alla pula. Ce le hai le manette?” Mi fece l’occhietto, e lasciò rotolare il casco a terra. Sfilò il giubbotto. Sfilò i pantaloni. S’asciugò la fronte imperlata di sudore. “Che caldo! Non stai ardendo anche tu?” Prima che il caposquadra finisse di elencargli i provvedimenti disciplinari che l’aspettavano, il giovane barcollò e stramazzò sulla panchina, un braccio ciondoloni. Girò la testa verso di me, schioccò la lingua e strabuzzò gli occhi. Il suo collega s’era seduto sul gradino antistante, e cantava a squarciagola We Didn’t Start the Fire di Billy Joel, il piccone a mo’ di microfono.

(Rif. Pagina 115)

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