Ritratti di dieci protagoniste che hanno segnato il destino del primo mezzo di comunicazione di massa
Le persone subiscono la storia o la generano? Ovviamente, ci sono persone e persone che, a loro volta, imboccano l’una o l’altra strada, forse mai contemporaneamente. L’evoluzione delle radio - comunicazioni non è immune da questo paradigma. A distanza di oltre 120 anni non è ancora unanimemente riconosciuto lo status di inventore al nostro Guglielmo Marconi. Gli altri pretendenti, almeno altri sei nel mondo, sono lì ad insidiarne il ruolo e a generare quella confusione che arricchisce il dibattito ed impoverisce la verità.
Le differenti biografie delle protagoniste di questa stroria, più o meno autorizzate, sedimentano tante di quelle verità che a fatica si riesce a tirarne fuori una universalmente riconoscibile, e additabile, come tale.
E’ però evidente che le varie persone contribuiscono alla storia in vario modo. Alcune con il piglio di chi ha proprio ricercato quel ruolo. Altre in modo incidentale, considerato che la loro attenzione era votata su altri aspetti e discipline. Altre ancora in modo del tutto casuale, senza che il loro comportamento fosse originato da scopi ben precisi.
Nella storia della radio i vari protagonisti, ufficiali, incidentali e casuali, sono troppo spesso monotonamente riferibili al genere maschile.
Ma allora potremmo affermare che la radio è “uomo”, con buona pace del suo femminile grammaticale?
Di primo acchito sembrerebbe difficile discostarsi da questa “impasse”. Tuttavia, come spesso succede, un’impostazione dogmatica può essere scardinata dalla curiosità e dalla ricerca.
La progressiva immersione in questo mondo mi ha fatto conoscere alcune figure femminili verso cui la storia non ha riservato particolari tributi. Donne vissute nell’ombra, non illuminate appieno dai riflettori mediatici dell’epoca ma che, ritengo, hanno avuto un importante ruolo nell’evoluzione della radio.
(Rif. Pagina 11)
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