Crespe dell’insonne
I miei occhi spesi, notti intere sveglio dal mio balcone a guardare il vuoto dei paesaggi muti, il grigio dei colori che dai dintorni di questo territorio di luce dall’aria di una pallida morte.
E dalla lontananza scruto unici raggi di un`auto che viaggia obliqua, sotto la mia finestra sussurri di amanti, uniche frasi nel bianco nullo di questi suoni.
Aspetto qui vigile, finché il sole non sorga splendente, all’orizzonte, è così che questa natura riprende vita, la brina solida diviene acqua che gocciola dalla grondaia.
Sono fermo qui ogni notte, un ricercatore di emozioni, tendo all’eccelso, al solido equilibrio.
Nella notte con le sue meraviglie m’abbandono a miraggi che scacciano dal buio i miei pensieri, dal cuore le crespe dell’insonne.
(Rif. Pagina 1)
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In ogni piccolo gesto
Vorrei fuggire dalla misantropia, dal buio e dalle persecuzioni, vorrei trovare in ogni piccolo gesto quell’emozione svanita, dal tempo consumata, sepolta dentro me da cumuli di ideali.
Cerco quell’alba al cielo d’una mattina, quei colori come tavolozze magiche mi penetrano e mi disegnano scenari surreali.
Sono limpido come un ruscello di montagna, divento ingenuo come l’uomo alla sua nascita.
Vorrei quella nuvola che vaga nel cielo, versatile, bianca polvere del niente, ombra nel creato, viaggiante serena e dolce.
La vorrei accarezzare, sulle sue onde azzurre vorrei posarmi e vagare nei suoi infiniti luoghi.
Cerco questo cielo azzurro e sereno, senza lampi né tempeste, il vento si è placato, dormiente, la sua fine è inarrivabile, il suo tetto sono mille stelle, pianeti lontani anni luce.
Nelle mille sensazioni che provo guardando il mondo, nei mille gesti di un abbraccio, di una carezza ad un bambino, di un sorriso che non sia solo miraggio, io mi sento vivo davvero, il mondo non mi sembra poi così brutto, in ogni piccolo gesto io ritrovo me stesso.
(Rif. Pagina 2)
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I chilometri che ci dividono
Padre quanti chilometri ci dividono,
in volo tra gli angeli, planando sopra le mie difficoltà quanti occhi mi guardano le spalle la notte nel buio.
Padre tu mi manchi, il giorno e la notte mi appari nei sogni ma i sogni sono solo sogni e il mattino sei già svanito.
La casa è vuota lo sai e tu sei l`unica stanza vacante in queste mura d`infinita malinconia.
I giorni passano e gli anni si accumulano ed il tuo volto mi sembra sbiadito, confuso come il mio cuore tra la nebbia.
Osservo le foto, le stringo in mano mentre due lacrime le bagnano.
Padre ora giunge Natale e l`aria è persa senza di te, la tavola ancora imbandita
aspetta la tua voce tra i commensali.
Padre le ore mi trascorrono ingrate sulla pelle perché non guardo più le stagioni, né il fiorire dei melograni.
Osservo solo il cielo, le fessure tra le nuvole, cerco un varco utile per sperare di rivederti in quell`astro infinito.
(Rif. Pagina 6)
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La mia lunga espiazione di colpe
Quando la notte scende ed il giorno si porta via la serenità, io mi siedo a pensare al buio con la mia stessa ombra appesa ad osservarmi.
Nel buio il silenzio fa paura perché vocifera alla mia mente frasi sconnesse e la rende fragile e indifesa come una foglia d`inverno.
Questi miei occhi cercano intorno
una luce, l`appiglio per non cadere
nelle incertezze di sempre.
Quando la notte scende ed il vuoto avanza, io mi fermo qui ad aspettare, attendo immobile le pacate illusioni
che ancor di più mi logorano.
E così capisco che la notte mi lascia solo con me stesso, con gli incubi che vivo ogni attimo e non mi viene a salvare perché nelle tenebre la solitudine è una lunga espiazione di colpe.
(Rif. Pagina 16)
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