CORRADINO LUCIANI
LUCIANO LUCIANI
Il sogno americano di un giovane intellettuale di Teora, paese che lasciò a 23 anni, ancora studente, per emigrare in America per il fascino che quella terra spargeva, promettendo libertà, uguaglianza e la possibilità di fondare una nuova società radicando l’ideale socialista, invece si ritrovò a vivere una realtà che non era quella di favola raccontata da chi tornava, ma un clima di discriminazione e sfruttamento. Quindi decise di restare per dare voce agli umili collaborando con i giornali L’Era Nuova, Cronaca Sovversiva, La Propaganda, La Plebe ed altri.
€ 11,00
Sconto 10% (€ 1,10)
Totale € 9,90
Consegna in 48h lavorative
Disponibilità immediata
Dettagli
Libro: |
Bianco & Nero |
Formato: |
14,8 x 21 (A5) |
Copertina: |
Morbida |
Pagine: |
148 |
Categoria: |
Storia e Biografie |
Editor: |
Photocity Edizioni |
Lingua: |
Italiana |
Biografia
|
LUCIANO LUCIANI
|
Stralci
3 Stralci
Emigrazione di Corradino Luciani in America
Tra i poveri emigranti irpini , che in migliaia ogni anno cercavano fortuna nella favolosa America, proprio negli anni decritti da Pascal D’Angelo, vi fu anche un giovane di Teora, non il solito disperato bracciante meridionale, ma un giovane appartenete alla borghesia con studi alle spalle ed una formazione politica socialista. Il suo nome era Corradino Demetrio Giuseppe Luciani nato a Teora il 22 dicembre 1884 da Pasquale Luciani e Teresa Sibilia e morto a Chicago il 18 novembre 1909.
(Rif. Pagina 45)
Emigrazione di Corradino Luciani in America
Tra i poveri emigranti irpini , che in migliaia ogni anno cercavano fortuna nella favolosa America, proprio negli anni decritti da Pascal D’Angelo, vi fu anche un giovane di Teora, non il solito disperato bracciante meridionale, ma un giovane appartenete alla borghesia con studi alle spalle ed una formazione politica socialista. Il suo nome era Corradino Demetrio Giuseppe Luciani nato a Teora il 22 dicembre 1884 da Pasquale Luciani e Teresa Sibilia e morto a Chicago il 18 novembre 1909.
(Rif. Pagina 45)
|
Arrivo negli USA
Ivi giunto si diede a militare tra la plebe, a studiare la vita degli operai nelle miniere, a organizzare leghe, confederazioni operaie, a tenere conferenze a Chicago, a Detroit Mic, a Utica, a San Luigi, a Spring Valley, e in tutti i paesi che toccava nelle sue continue peregrinazioni”, a scrivere per vari giornali socialisti firmando i suoi articoli Lucifer.
(Rif. Pagina 47)
|
Sui campi di battaglia
Ero sui campi di mina dell’Illinois, ma nemmeno là potevo assaporare quella pace, quella tranquillità di cui andavo tanto in cerca. Viene una lettera che mi dice: sai, quelli di Utica boicotteranno “Il Proletario” finchè tu ci collaborerai . Più tardi un’altra: sai, mi è stata tornata “La Plebe” perché tu viaggi per essa. Ed altre sulla stessa solfa, finchè arrivai a Spring Valley, dove mi ammalai e fui operato di appendicite.
Ristabilitomi, per volere dei compagni Silvestri e Baket, che non mancarono di venirmi a trovare a Spring Valley, mi recai a Chicago a passare la convalescenza. Qui entra in scena un povero tipo di cui nessuno, e tantomeno io, si aspettava la comparsa. Il Gemma, ex direttore di giornali socialisti, il quale sentendosi punto da un comunicato che la Sezione di Chicago Ave., aveva pubblicato contro di lui, inveisce in modo indegno e vigliacco contro di me
(Rif. Pagina 63)
|