La fine dell`anno scolastico
Violetta continuava ad essere sempre in contatto con la famiglia di Giulio e non vedeva l’ora che la scuola terminasse per raggiungerli. E la fine della scuola arrivò. Erano rimasti solo gli esami di terza media. Alla fine, Violetta provò un gran dispiacere. Quei ragazzi l’avevano salvata, almeno per un periodo, da una depressione che, anche se sempre controllata, stava per sfociare in una brutta apatia. Si sentiva soddisfatta di se stessa. In prima media, tutti gli alunni l’avevano seguita, tranne i due fratellini, che comunque erano migliorati. Li aveva coinvolti tutti indistintamente nel realizzare dei cartelloni di storia, la sua materia preferita, e alla fine tutti erano in grado di fare riassunti e temi, compresa la dolce Loretta, che all’inizio dell’anno aveva difficoltà a mettere insieme due parole. L’aveva fatta leggere e ripetere in continuazione, come sua cugina Lucietta aveva fatto con lei quando era piccola, finché anche lei riuscì a prendere il via. Si era affiatata anche con i ragazzi della terza classe, tanto che alcune ragazze le raccontavano, durante l’intervallo, le loro pene d’amore, ma quando c’era da studiare erano serie ed impegnate. Con alcuni racconti dell’antologia, avevano toccato temi importanti come il razzismo, oltre che la guerra. Aveva insegnato loro ad esprimere le proprie opinioni liberamente, rispettando e confrontandosi con idee diverse dalle loro. Portava i giornali a scuola perché si abituassero ad informarsi su cosa accadesse nel mondo, che non fosse solo la bellezza e la bravura di Miguel Bosè, di cui erano tutte innamorate. Violetta si sentiva soddisfatta, considerando soprattutto che era la prima volta che aveva insegnato per quasi un intero anno scolastico.
(Rif. Pagina 7)
|