capitolo secondo
“C’era una volta… un meraviglioso laghetto, detto anche Stagnum Neronis dal nome del nostro amato imperatore Nerone, alimentato dall’acquedotto Celimontano, che occupava un’area quadrangolare proprio al centro di questa valle; tutt’intorno spiccavano terrazze degradanti dirette verso l’invaso artificiale, arricchite oltremodo da porticati, padiglioni e giardini.” – esordì Penny, un’elegante tartaruga palustre dalle orecchie gialle; per quell’occasione, indossava una tunica marrone scuro lunga fino alle unghie degli arti posteriori, con una cintura (cingulum) beige avvolta intorno al carapace. Era la prima lezione di storia ai suoi giovani allievi che, nel frattempo, si divertivano a nuotare vicino al bordo della vasca, osservandola ogni tanto con un muso estasiato e sorridente.
“Scusa un attimo, ma adesso regna Vitellio detto il Germanico!” – subito replicò la sua assistente Rughetta, anch’essa una testuggine ma dalle strisce rosse vicino alle pupille e dal guscio verde scuro con disegni gialli; alla fine aveva ottenuto di non vestirsi come l’altra e di rimanere praticamente nuda, immersa nell’acqua a controllare i nuovi nati; quindi aggiunse – “E poi stai praticamente leggendo il libro con un tono da favola per i più piccoli; tutti potevano fare gli insegnanti in questo modo così ritmato!” (affermando ciò, uscì dallo stagno e si fece largo accanto alla sua collega; si schiarì la voce, allungando il collo per conferire più autorità alla sua versione) – “Dovete sapere che il nostro amato ex imperatore Nerone si è suicidato con l’aiuto del suo segretario Epafrodito a soli trentuno anni; prima di morire pronunciò queste solenni parole: Quale artista perisce con me, considerandosi prima di tutto un sommo poeta, attore, cantante e anche musicista!
(Rif. Pagina 10)
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