Dettagli
Libro: |
Bianco & Nero |
Formato: |
14,8 x 21 (A5) |
Copertina: |
Morbida |
Pagine: |
110 |
Categoria: |
Narrativa |
Editor: |
Photocity Edizioni |
Lingua: |
Italiana |
Biografia
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Luciana Pampuri
Luciana Pampuri è nata a Milano nel 1974.
Laureata in architettura presso il Politecnico di Milano esercita come architetto ed è anche designer di gioielli.
Ama viaggiare, l'oriente e ha tantissime passioni creative tra le quali la ceramica tradizionale e raku, il mosaico, la creazione di cornici e specchi.
Ha vissuto per quasi due anni in Cina.
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Stralci
2 Stralci
Gita alla grande muraglia
una volta in Cina non poteva mancare una gita sulla grande muraglia! Eccone il racconto.
E’ una giornata con il sole a tratti e molto afosa, fa caldo e io continuo a bere dalle mie bottigliette… da Pechino in un pulmino arriviamo a Badalin da dove si può salire su un tratto della muraglia. Mi meraviglio subito di quanto sia verticale e comprendo perché venga detto che non sei un eroe se non hai scalato la grande muraglia. Scalare è il verbo giusto, ci sono punti verticali con altissimi gradini consunti e corrimano per aiutarsi, una fatica notevole e intanto, sia per lo sforzo che per il caldo io continuo a bere…
A un certo punto mi sento esplodere la vescica, urge un bagno… con mia somma gioia vedo l’indicazione di una toilette in un casello di avvistamento lungo la muraglia, in un attimo sono dentro e mi si presenta uno spettacolo immondo: il gabinetto altro non è che uno stanzone con tanti buchi per terra lungo tutto il perimetro, senza muri né porte di divisione, con una signora cinese accovacciata che ne sta usando uno e fa finta di non vedermi, l’odore è insopportabile e nuvole di mosche volano indisturbate nell’aria e intorno a uno spazzolone lurido che è messo in un angolino. Dietro front! Proseguo la mia scalata fino in cima, poi una volta scesa vado in un bagno quasi accettabile che si trova di fianco ai negozi di souvenir.
(Rif. Pagina 49)
Gita alla grande muraglia
una volta in Cina non poteva mancare una gita sulla grande muraglia! Eccone il racconto.
E’ una giornata con il sole a tratti e molto afosa, fa caldo e io continuo a bere dalle mie bottigliette… da Pechino in un pulmino arriviamo a Badalin da dove si può salire su un tratto della muraglia. Mi meraviglio subito di quanto sia verticale e comprendo perché venga detto che non sei un eroe se non hai scalato la grande muraglia. Scalare è il verbo giusto, ci sono punti verticali con altissimi gradini consunti e corrimano per aiutarsi, una fatica notevole e intanto, sia per lo sforzo che per il caldo io continuo a bere…
A un certo punto mi sento esplodere la vescica, urge un bagno… con mia somma gioia vedo l’indicazione di una toilette in un casello di avvistamento lungo la muraglia, in un attimo sono dentro e mi si presenta uno spettacolo immondo: il gabinetto altro non è che uno stanzone con tanti buchi per terra lungo tutto il perimetro, senza muri né porte di divisione, con una signora cinese accovacciata che ne sta usando uno e fa finta di non vedermi, l’odore è insopportabile e nuvole di mosche volano indisturbate nell’aria e intorno a uno spazzolone lurido che è messo in un angolino. Dietro front! Proseguo la mia scalata fino in cima, poi una volta scesa vado in un bagno quasi accettabile che si trova di fianco ai negozi di souvenir.
(Rif. Pagina 49)
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Per poco non mi arrestano!
Ebbene sì, ho rischiato di essere arrestata perché non ho letto un cartello scritto solo in cinese!
Era un caldo giorno di primavera e stavo andando all’asilo per una lezione di inglese, siccome ero in anticipo e il sole invogliava a passeggiare decido di cambiare la solita strada e di prendere un lungo viale alberato dal quale ho visto che anche delle altre insegnanti cinesi raggiungono l’asilo.
Mi inoltro per questo viale che ha un cancello sorvegliato da guardie, cosa peraltro normalissima in Cina, anche per entrare in casa mia c’è un cancello sorvegliato; noto un cartello con delle scritte, ma non potendolo leggere entro senza preoccuparmene, vedo solo una guardia che ha come un sussulto nel vedermi entrare, ma anche a questo sono abituata, non vedrà di certo molti stranieri!
Il vialone è realmente fantastico, pulito e con alberi con piccoli fiori bianchi che hanno un profumo inebriante (credo che siano un tipo di gelsomino); un piccolo angolo di paradiso, alla mia destra delle costruzioni basse di tipologia scolastica, alla sinistra alberi e panchine sotto a un muro con rampicanti.
Finite le mie due ore di lezione esco e decido di percorrere nuovamente questo vialone che tanto mi era piaciuto. Arrivata al cancello una guardia mi ferma e parlando in cinese mi fa gesto di seguirla in uno stanzino laterale dove chiama un militare. Altroché edilizia scolastica, quella era una zona militare! Mi sento persa, già mi vedo in carcere nutrita a involtini primavera e acqua!
(Rif. Pagina 66)
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