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La mistica Rosa

Giovanni Sergio

Un saggio concentrato e snello, intriso di citazioni classiche e moderne, che affonda le sue radici nella Tradizione esoterica pluricentrica e però dipinge a brevi tocchi la realtà mondiale attuale. La "mistica Rosa" è il filo conduttore di questo viaggio simbolico nell`anima.

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Dettagli

Libro: Bianco & Nero
Formato: 14,8 x 21 (A5)
Copertina: Morbida
Pagine: 47
Categoria: Gruppo
Editor: Photocity Edizioni
Lingua: Italiana
ISBN: 978-88-6223-547-1

Biografia

foto autore Giovanni Sergio
Giovanni SERGIO è nato a Roma il 18.10.1953, dove ha conseguito la Maturità classica nel 1972, la laurea in Medicina e Chirurgia nel 1978 all'Università degli Studi "La Sapienza" e le specializzazioni in Medicina Interna e in Geriatria. E' stato Dirigente medico ospedaliero e quindi territoriale presso la ASL. Dal 1992 è Cavaliere della Repubblica Italiana.
Ha collaborato alla stesura del testo di Vinci Verginelli "Bibliotheca Hermetica - Catalogo alquanto ragionato della raccolta Verginelli-Rota di antichi testi ermetici (secoli XV-XVIII)", Nardini Editore, 1986. E' autore della trilogia "La Commedia", comprendente "Il Serpente incoronato" (Edizioni Il Calamaio, 2008), "La mummia di Akhnaton" (Edizioni Il Calamaio, 2009) e "Il dottore della porta accanto" (The Boopen Editore, 2010). E' inoltre autore dei due brevi saggi "La mistica Rosa" (The Boopen Editore, 2009) e "I dialoghi" (The Boopen Editore, 2010).

Stralci

1 Stralci

Il simbolismo della mistica Rosa

Ma uno degli obiettivi del viaggio di Giorgio si sarebbe compiuto nella mattina della domenica precedente il solstizio d’inverno: la visita a Stonehenge. Il complesso megalitico gli apparve maestoso e isolato nella vastità della pianura: l’area centrale a coppa (delimitata dai cinque “trilìti”, solo in parte ancora presenti, di altezza progressivamente crescente dal bordo della coppa al fondo) era orientata con la sua apertura verso il sole nascente al solstizio d’estate e col suo fondo verso il sole calante al solstizio d’inverno. Il centro di questa “rosa”, calice di fecondità, era dunque circondato dalla corolla di petali (i megaliti) allineati in guisa di cerchio solare, l’occhio di Aton, mistica Rosa. Indubbiamente il complesso di pietre un tempo doveva proprio rassomigliare alla rosa raffigurata nel frontespizio del trattato “fluddano”: questa sboccia da una croce di arbusti spinosi viventi, adorni di tre foglie per lato, e perciò ancora attinge linfa vitale dalla Terra, si nutre dell’Acqua e del Metallo del suolo, e gode dell’Aria e del Fuoco solare

(Rif. Pagina 24)

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