Bambina spericolata!
A lei il parapetto non serve, sa perfettamente stare in equilibrio… che eccitazione guardare la strada dal quarto piano senza protezione! […] E se non ce la facesse? Se davvero non ce la facesse… i suoi troverebbero il suo corpo sfracellato su quel marciapiedi. Gemella crede quasi di sentire le urla di dolore dei suoi. Prova piacere. È bello sapere che si lascia così tanto dolore. E i funerali? Sontuosi, con la bara bianca e tutti che si strappano i capelli… poi vede il viso sconvolto di Gemello, lo immagina proseguire da solo quella vita che deve invece vederli sempre uniti fino alla morte, la quale deve avvenire in simultanea, come la nascita e solo quando saranno molto vecchi. Si terranno per mano per aiutarsi a morire […] Guarda giù e vede Gemello inseguito dalla madre e dal padre. Per un attimo vacilla. Se la vedono! Torna in sé e indietreggia. Per far prima si mette a cavalcioni sul corrimano della scala a chiocciola e si lascia scivolare. Per fortuna rovina sulla poltrona di vimini che sta proprio ai piedi della scala, afferra il libro dei compiti delle vacanze ed è in quella posa che la trovano i suoi.
(Rif. Pagina 28)
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L`amicizia è anzianità di rapporto
- Le amiche sono una benedizione! Io ne ho tante e tutte vere. Vere perché la loro autenticità nulla ha a che vedere con la disponibilità che esse intendono investire nel rapporto amicale. […]
- L’amicizia è rara, se ne trovi una accontentati e esulta.
- È rara per chi pretende dall’amicizia la rispettiva consegna totale della vita. È sicuramente più vero l’amico che ti dice che non è disposto a tanto. Naturalmente esiste una gradazione di amicizia che dipende dall’intensità di vibrazioni emotive, affettive, di affinità, di simpatia e poi soprattutto di anzianità di rapporto.
- Anzianità di rapporto?
- Sì, proprio di anzianità di rapporto perché mai come in questo tipo di relazione l’anzianità fa grado.
- Beh, allora noi che ci conosciamo da sempre…
- Sì, ma ci siamo sempre apprezzate. Io parlo dell’amica che dopo trent’anni di frequentazione ti sta antipatica ancora… amicizia più vera di così non potrebbe esserci. Se tanta negatività te la sei trascinata dietro per tutto questo tempo è amore vero, non può esserci dubbio, ed è degno di rispetto a prescindere dalla serratezza del legame.
- Ma dai! E che te ne fai di un rapporto simile!?
- Quello che ci hai fatto per trent’anni.
- Niente di che…
- Quando ti serve “niente di che…” ricorrerai a lei. […]
(Rif. Pagina 133)
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in ogni relazione umana c`è eros
Gemella si allontana muta. Ha avuto la sua razione di legnate, le ha cercate, richieste espressamente, ora non deve lamentarsi. Si sente afferrare per le spalle da Salomona che la costringe a voltarsi verso di lei. Gemella la guarda dentro quegli occhi incredibili. Sono due turchesi intensi, hanno il colore del bicchierino di Gemello quando era piccolo. Si sente a casa. Ha avuto una frustrazione casareccia come quelle che riceve ogni tanto dal fratello e dalla madre. L’abbraccio accogliente del ‘domestico’ contiene una sua bellezza… strano, sente quasi conforto nel riconoscere una sensazione così nota.
L’alchimia dei sentimenti combina misture strane, languori infantili che prendono a serpeggiare lungo gli arti fino a mettere le ali ai piedi. Si abbracciano strette. Al fondo di ogni relazione umana c’è sempre un pizzico di eros anche se quello dell’amicizia rifugge il corpo, non ne ha bisogno
(Rif. Pagina 140)
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le preghiere iniziano con un brivido
…quante cose si possono fare in venti mesi! Gemello centellina i suoi convegni, assapora i suoi studi, guarda le sue nuove pubblicazioni con lo sguardo del sopravvissuto che però non è ancora fuori pericolo ed infatti e costretto ad alternare i successi accademici con i controlli clinici settimanali, le attese snervanti dei risultati, i momenti di euforia per una vita ritrovata, i momenti di disperazione per la paura di morire, le preghiere che non sono rivolte ne a Dio ne ai Santi perché partono senza indirizzo, non fanno a tempo a sceglierlo e cominciano con un brivido. […]
- Non mi hai dato neanche un bacio.
- Lo sai che bisogna evitare qualunque possibilità di contagio.
- Ma io ne ho bisogno…
I due sembrano dimentichi della presenza di Gemella. Si guardano con intensità. Di lei si vedono solo gli occhi, perché naso e bocca sono coperti dalla mascherina. È però una mise che dona come dona alle odalische. Mentre Hastia si sta girando per posare la bottiglia dell’acqua sul carrello in fondo al letto, Gemello tira fuori un piede e la sfiora sul fianco. Lei si ferma e ruota appena la testa per guardare il marito con uno sguardo carico di sensuale rimprovero che va trasformandosi via via in breve concessione, abbandono a una intensa passione rabbrividita che corre e si rincorre tra i due, ma che viene però subito richiamata e ricomposta. C’è più erotismo in quella stanza di ospedale che in una camera da letto di due sposetti. Gemella scivola via con la sensazione di essere di troppo, ma il suo cuore è colmo di speranza. Dietro tutta quella libido c’è amore, lui la ama la sua Hastia, senza spiegazioni, nella più assoluta incoerenza la ama e l’amore è energia e l’energia è vita. Guarirà, guarirà di sicuro. Ha un fegato nuovo, sano, ama, scrive, studia, vive e vivrà ancora.
(Rif. Pagina 175)
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vita prenatale
È come la corsa ciclistica, si parte tutti insieme e poi qualcuno spicca il volo inseguito da altri competitori. Questa però è la corsa più antica del mondo, la prima, la più importante, quella che o si vince o si muore. Gli spermatozoi sono lanciati con tutta quella furia che urge verso il premio ‘vitale’ che meriterà solo il vincitore. Tutti gli altri dovranno soccombere e il trionfatore per giunta gioirà pure della morte dei vinti.
Che gara spietata!
Peraltro gli spermatozoi sono tutti così simili con quel loro DNA impastato di geni che derivano dallo stesso ceppo e che, anche se si miscelano diversamente e se le combinazioni sono infinite, sempre quelli sono. Tuttavia l’ovulo è uno e solo uno di loro potrà fecondarlo. È triste, ma è così. E il ‘fecondatore’ sarà costretto a vivere sulla morte di potenziali fratelli. Eh sì, perché sarebbero fratelli, inutile cercare altre identificazioni.
È la melanconia esistenziale che nasce con l’uomo. È il peccato originale.
Scrupoli, sensi di colpa… cominciamo bene! […]
Che bello vivere abbracciati!
Eh, ma l’abbraccio sta diventando sempre più serrato, ogni giorno di più, fino a diventare troppo serrato… debbono distaccarsi, per la reciproca sopravvivenza.
- Aiutami!
Ed eccola nella sua prima performance di supporter, lo spinge forte. […]
…separazione per sopravvivenza. E va bene, andiamo a vivere. Addio. Lo lascia, lo spinge forte, lo fa nascere.
(Rif. Pagina 7)
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genio e mediocrità: è una bella operazione di adattamento
Ed eccoli all’asilo. Qui il divario di personalità prorompe inesorabile. La maestra grida al miracolo (è una suora), poiché Gemello legge e scrive a soli quattro anni. Ebbene sì, ha imparato da solo su un atlante geografico che ha trovato a casa! Incredibile ma è così. Gemella ne è testimone. Gemello dopo il pranzo, consumato con vorace e compiaciuto gusto, si arma di penna, atlante, quaderno e vassoio (servirà da appoggio) e si chiude in bagno per l’evacuazione giornaliera. Ne esce dopo circa un’ora tutto appagato per il doppio sforzo compiuto. Il suo parto intellettuale è certificato sulle pagine del quaderno tutte ricoperte di appunti, riassunti, elaborati dall’atlante, dell’altro invece si è occupato discretamente lo scarico del water. […]
- Tanto la poverina è destinata ad essere perdente con un fratello così…
Gemella ha sentito quest’ultima frase e si chiede perché perdente? Casomai seconda, che è pur sempre un buon piazzamento e poi… se tutti dovessero arrivare primi non ci sarebbero più gare. Se i diversi piazzamenti esistono qualcuno dovrà pure occuparli. - Ha ottenuto un buon cinquantesimo posto su cento… Gemella! - E allora? Qualcuno doveva pur occuparlo quel posto e, tutto sommato è un posto strategico che non crea problemi, che consente di restare nascosta per viaggiare con il pensiero, per inventare storie intrigate, per divertirsi con le figurine… e se pure dovesse arrivare centesima? Pazienza! Si rifarà al prossimo giro. Mica è una tragedia!
(Rif. Pagina 18)
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Tempeste ormonali. nessuno sfugge all`adolescenza.
E intanto arriva l’adolescenza. Aspettative trionfali, emozioni che solo dopo un po’ di tempo si ricongiungono con l’oggetto scatenante, ma che nascono già da prima. Questa è l’adolescenza. Uno sbatacchiamento ormonale, che spara vibrazioni avvolgenti, suggestioni, batticuori non finalizzati, privi ancora di un ente ispiratore specifico.
Gemella palpita quando sente certi odori di prato verde, certe folate di vento, certe musiche. Poi lo incontra e capisce che […] c’era lui nel profumo del mare, dell’erba.
È un normale primo amore con goffa dichiarazione mandata a dire dall’amica del cuore e un solo bacio prolungato, poggiato alla base del pollice della mano sinistra di Gemella. Per un mese quella parte di mano non verrà mai più lavata e Gemella se la accosterà alle labbra e alle guance struggendosi al solo ricordo. […]
Ma no, tutte queste banalità non possono appartenere a Gemello. Lui si innamora da genio, senza freni, con sofferenze impossibili da contenere. Così, quando Teresa prende a flirtare col migliore amico di Gemello, scoppia la guerra di Troia. Gemello e l’amico si prendono a botte, le madri tutte intervengono in difesa dei rispettivi figli con conseguenti rotture definitive di rapporti tra famiglie e il padre si vede costretto ad interrompere la vacanza per portare il figlio, aspirante suicida, lontano da ‘Circe’. È un’esperienza sentimentale che sedimenterà nell’intelletto emozionale del ragazzo andando a costituire una entità unica, con una sua densità e uno spessore, di cui Gemello non si libererà più.
(Rif. Pagina 40)
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la storia è la narrazione puntuale della stupidità maschile. ometti che uccidono e si fanno uccidere per ideologie che non valgono mai la vita.
Già dai primi incubi notturni erano venute alla luce, ben delineate, le diversificazioni di tendenze dei gemelli. Gemello che vuole andare a fondo, sapere se è veramente accaduto ciò che turbava così tanto i loro sonni, si impegna negli studi, Gemella invece che cerca di non sapere altro, che non ne vuole sentire più di storie crudeli, raccapriccianti, Caino che massacra Abele, Romolo che uccide Remo… comprometterà tutta la sua carriera scolastica rifiutandosi di imparare queste sporche vicende. Si vergogna perfino di ripeterli alle interrogazioni a scuola certi fattacci scellerati. Riferire su episodi di violenza sadomaso, subdolamente fatti passare per integralismo intellettuale, e ripeterli per giunta come se nulla fosse davanti a tutta la classe? Ma lei un po’ di pudore ce l’ha! Almeno stiamoci zitti. Non facciamoci sentire dalle bestie.
(Rif. Pagina 53)
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Il genio si innamora da genio.
La sindrome da ego è la caratteristica più evidente dell’artista, quella che manda il segnale più forte, quella che ha uno spessore anche storico di grande rilievo. Non esiste artista che non ne sia affetto. Se non lo è, non è un artista. Anzi è più esatto affermare che la mole del suo talento è direttamente proporzionale al grado di egocentrismo posseduto. […]
Gemello ama l’arte, la raffinatezza, lo stile. I suoi interessi per le donne sono sempre stati molto sofisticati, è vero, ma per la stessa ragione può anche restare affascinato dal polo opposto. Del resto, non solo l’arte tradizionale è portatrice di passione universalmente condivisa, ma anche l’astrattismo, l’impressionismo sono generi accolti nei musei. Il viso di lei, quel suo corpo sono una sorta di sfida per lo studioso di etruscologia, sono come un’opera d’arte d’avanguardia. Amare Piero della Francesca è facile, appassionarsi alle donne di Willem de Kooning è da intenditori di nicchia. In special modo la “Donna n. 2” aveva colpito l’attenzione di Gemello quando era andato al museo d’arte moderna di New York, quello sguardo reso acuto e forse un po’ diabolico dall’acidità dei colori, quel sorriso che si apre solo per metà bocca verso destra, ma che si conclude sull’altro lato con un segno reso duro dalla pennellata color acciaio che rievoca la lama di un coltello che fende una carne senza sangue, già mummificata. È un sorriso che potrebbe appartenere tanto ad Heidi, che a Franti, il delinquentello di deamicisiana memoria.
(Rif. Pagina 75)
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È pur sempre un bambino...
Ma l’apparente saggezza di Gemello si sgretola tutta il giorno della Prima Comunione quando, con l’Ostia sulla lingua, il bambino comincia a singhiozzare facendo capire a gesti che non riesce ad ingoiarla. Gli hanno detto che non doveva toccarla con i denti, che doveva mandarla giù senza masticarla, pena il sacrilegio. È pur sempre un bambino e, se troppo responsabilizzato, poi non ce la fa ed esplode. La sorella si sente finalmente appoggiata in questo suo ‘non farcela’ e anche lei, stessa posizione, stessa disperazione, stessa bocca aperta si sente legittimata a cedere al pianto. Le suore, inquiete per questo imprevisto che turba la scenografia provata e riprovata da tanti giorni, somministrano ai due incapaci un sorso d’acqua che ha il potere di risolvere il problema. Meno male! La suora Leopoldina stava già approntando il piattino d’oro che si mette sotto al mento del comunicando, per raccogliere l’eventuale Ostia risputata da questi due immaturi invasati! Ma poi come smaltire il Sacro Materiale sputato? Sì, aveva deciso, era disposta ad ingoiarlo lei, però… meglio dar loro un sorso d’acqua. Sì, ma che responsabilità decidere di interrompere il digiuno sia pure con un solo sorso! Ma sì, l’acqua sarebbe scesa contemporaneamente all’Ostia, dunque non è proprio una interruzione. Aggiustiamola così, dopo suor Leopoldina si confesserà. Li avrebbe volentieri presi a calci questi due ragazzini deficienti.
(Rif. Pagina 25)
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