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Il Mio Mercoledì

Roberta Sirignano

"Alcuni cerchi devono essere chiusi e i cerchi chiusi devono stare al di sotto di altri cerchi che si aprono, formando la base per cose diverse. Altre esperienze. Altre vite. Altri sorrisi. Anche altri pianti. Ma che siano altri. Questo è solo un racconto. E' semplicemente qualcosa da poter leggere. Con estrema libertà. Libertà di partecipazione. Libertà di contestarmi. Libertà di provare un senso di smarrimento e di non voler condividere il mio punto di vista. Di criticarmi. E' semplicemente qualcosa da poter leggere. Finita la lettura il libro deve essere chiuso e sistemato in un posto qualsiasi, nell'ordine o nel disordine, in un posto fisico o non fisico. Per me, invece, si affaccia il pensiero che se il "racconto", ad un certo punto, deve finire, è perché bisogna tornare a vivere. Ed ora non so cosa farete voi, ma io vado ad ascoltare i Red Hot Chili Peppers."

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Dettagli

Libro: Bianco & Nero
Formato: 14,8 x 21 (A5)
Copertina: Morbida
Pagine: 167
Categoria: Narrativa
Editor: Photocity Edizioni
Lingua: Italiana
ISBN: 978-88-6581-247-1

Biografia

foto autore Roberta Sirignano
Sono nata e vivo a Roma. Odio definirmi, per cui non dirò nulla di me. Posso solo dire che scrivere è essere me, nel bene e nel male.
Al mio attivo ho una pubblicazione "ufficiale" con la Società Editoriale Arpanet, due racconti contenuti nel volume collettivo "Virtù e Peccato",
che sono disponibili anche in forma di ebook, dal titolo "La Bava" e "(Suicide) L'importanza di mettere dentro e fuori dalle parentesi".
Per il resto: adoro le meringhe con la panna, la pizza, la cioccolata fondente. Il sole. La luna. La pioggia. Il vento. Il deserto all'alba.
Il mare. Le onde. I respiri. La musica. Il cielo stellato. L'universo. Le nebulose. I buchi neri da cui uscire.

Le sue opere pubblicate:

Stralci

1 Stralci

26 gennaio 2009/26 gennaio 2008

Tutto intorno c’era freddo. Ma senza tremare. Freddo. E si accompagnava ad un rumore. Un fastidio. L’eco lontana, lontanissima, di un televisore acceso si era sommata all’eco, sempre più confusa, delle voci. E sembrava fossero dappertutto. Sfocavano e si allungavano. Si dilatavano. Diventavano irraggiungibili. Non mi apparteneva nulla di quello che potevo osservare. Di quello che respirava intorno a me. Che esisteva intorno a me.

(Rif. Pagina 7)

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