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Un motivo in più per guardare il cielo

Gabriele Iaconis

Laura, affascinante studentessa di filosofia in trasferta, dal passato misterioso ed ossessionata dalla "cosa giusta da fare" e Gabriele, giovane scrittore alla sua prima grande occasione editoriale, si incontrano un giorno a Parigi, nei Giardini di Lussemburgo. Nasce subito una magica sintonia con la quale il destino, tra litigi e riappacificazioni, sembra voler giocare senza mai concederle la possibilità di esprimersi a pieno.
Qui si inserisce la storia sospesa di un uomo malato, che tra ricordi e realtà, mistifica e confonde passato e presente, fino alla rivelazione conclusiva. Sullo sfondo Parigi, che osserva splendida e distante l'evolversi al suo cospetto di un'altra storia d'amore dal finale incerto.


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Dettagli

Libro: Bianco & Nero
Formato: 14,8 x 21 (A5)
Copertina: Morbida
Pagine: 133
Categoria: Narrativa
Editor: Photocity Edizioni
Lingua: Italiana
ISBN: 978-88-6581-097-2

Biografia

foto autore Gabriele Iaconis
Gabriele Iaconis è nato a Napoli nel 1985. Laureato al corso triennale di Cultura e Amministrazione dei Beni Culturali alla Facoltà di Lettere e Filosofia della Federico II di Napoli, con una tesi sulla Letteratura di viaggio e d'avventura contemporanea, frequenta ora il corso magistrale in Organizzazione e Gestione del Patrimonio Culturale ed Ambientale.
Appassionato lettore e scrittore, non osa immaginare un mondo senza libri. Ha seguito il corso di scrittura creativa alla Federico II di Napoli e frequenta da un anno la compagnia di scrittura Homo Scrivens, partecipando al romanzo collettivo La vera bellezza (Boopen 2010), a cura di Aldo Putignano e Claudio Calveri.

Stralci

4 Stralci

Incontro tra i due protagonisti, Gabriele e Laura, ai Giardini di Lussemburgo di Parigi. Tra i due scatta subito una naturale sintonia.

La prima volta che la vidi ero ai Giardini di Lussemburgo, a Parigi. Mi sarei aspettato che a metà ottobre facesse più freddo, invece, in quel terzultimo mese del 2008, il sole riscaldava ancora l’atmosfera domenicale e, riparatomi sotto l’ombra di un albero, mi sbottonai la giacca poggiandomi con la schiena sul tronco umido. Non era molto distante, ma mi passò davanti lentamente, come una collina sullo sfondo di un paesaggio rurale dal finestrino di un treno in corsa. Attraversava uno dei lunghi viali di terriccio e ghiaia con una falcata così ampia ed elegante che sembrava non toccasse terra. Il riflesso della luce sulle sue scarpe nere, per nulla impolverate, non fece che confermare quella mia impressione. “Anche il fango la rispetta” pensai. Il flusso delle mie fantasie fu interrotto quando le scivolò la borsa di cuoio nera dalla spalla, rovesciando metà del contenuto sotto il naso di un paio di passanti, che le lanciarono un’occhiata distratta senza fermarsi a soccorrerla. Intuii il suo imbarazzo dalla frenesia con la quale si accovacciò con le ginocchia piegate, cercando di rimettere a posto gli oggetti con lo sguardo basso, per evitare di incrociare quello di qualcuno che l’avesse vista in una situazione così maldestra. Col tempo imparai che quel suo comportamento, a prima apparenza maestoso e composto, era soltanto uno scudo per mascherare una profonda timidezza. Si rialzò di scatto, ma così facendo, dimenticò di chiudere la cerniera e rovesciò di nuovo parte degli oggetti per terra. Col capo chino e le mani sui fianchi, li fissò per un attimo con il broncio di chi sapeva che sarebbe successo. Era deliziosa. Mi venne da sorridere.

(Rif. Pagina 5)

Recensioni

14 Commenti presenti. Media voto 5/5

Sabina Mitrano (Aphorism) 09/11/2011

Originale e accattivante l’intreccio che Gabriele Iaconis ha disegnato nel suo romanzo “Un motivo in più per guardare il cielo”: un solo uomo ma due vite diverse, una che corre semplice e lineare lungo i confini dell’innamoramento, delle avventure, dei desideri e delle aspettative di un giovane scrittore; l’altra sospesa a metà tra sogno e realtà, nell’ineluttabile dimensione del dolore e della nostra umana debolezza. Il destino è unico, inevitabile, ma non lo sono i sogni e le speranze, che alla fine convergono - quasi a voler comporre le parti di un puzzle - sull’immagine di una donna, Laura, alter ego del protagonista. Ella appare come reale e allegorica insieme, perché oggetto dell’amore ma anche simbolo della necessità di scelta e discernimento tra bene e male, di quella forza innata che sempre costringe l’uomo ad un passo, ad un progresso, sia esso positivo o negativo.

Voto: 5/5