Cappuccino Rosso entra in scena!
C’era una volta una bambina che viveva con la mamma in una casetta vicino al bosco e combinava un sacco di guai. Si chiamava Cappuccino Rosso (a volte i genitori danno nomi un po’ strani ai loro figli!). Beh, più che un nome era un soprannome, affibbiatole dalla cara nonnina poiché la vedeva sempre vestita di rosso: addirittura non cambiava mai gli abiti, neanche quando puzzavano, tanto che la povera mamma era costretta a sfilarglieli mentre dormiva per poi lavarli di nascosto. Inoltre, malgrado la tenera età, la bimba era una vera e propria maniaca dei cappuccini: ne beveva persino quattro al giorno. Ma nonostante la grande dose di caffeina ingerita quotidianamente, era tutt’altro che sveglia. E questo lo apprenderemo nel corso della storia…
(Rif. Pagina 9)
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Chiomaverde tenta invano di togliere la macchia di sangue dalla chiave proibita, prima dell`arrivo del perfido Barbaviola...
Tanto fu lo stupore di Chiomaverde quando scoprì che la macchia di sangue sulla chiave non andava via! Il marito l’avrebbe scoperta e le avrebbe di certo fatto fare la fine delle sue ex mogli! Dapprima provò con semplice acqua e sapone, poi andò al supermercato e fece la scorta di prodotti come “Pash smacchiatutto”, “PACE caro e gentile”, “Toglilamacchiasennòtipicchio” e, per ultimo, “Pixàn”. Dopo innumerevoli tentativi e altrettanti flaconi svuotati la donna capì che non c’era proprio niente da fare. Trattavasi infatti di sangue indelebile della miglior specie, che avrebbe fatto gola persino al Vampiro più schizzinoso!
(Rif. Pagina 36)
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Mentre Biancagrandine dorme profondamente i sette nanerottoli rientrano in casa ignari di tutto...
Ronfa che ti ronfa, ecco che i nanerottoli tornarono a casa dopo un faticoso ed estenuante lavoro in ufficio. Uno dei sette, chiamato dagli altri Tontolo per la sua spiccata furbizia, appena aprì la porta esclamò: – Ragazzi! Ma… ma… ma… abbiamo sbagliato casa! Questa è la sala degli specchi di un luna park!
– Ma quale sala degli specchi! – rispose Prontolo, che aveva sempre la risposta pronta. – Non vedi che è casa nostra, anche se irriconoscibile?
– Ora entro e gliela faccio vedere io al delinquente che ha combinato questo “disastro”! – disse Picchialo, il più rissoso dei sette.
– Calma, calma… Qui c’è qualcuno che ha messo tutto in ordine, non dobbiamo arrabbiarci! – aggiunse Paolo, l’unico del gruppo ad avere un nome normale.
– Hai ragione, e magari quel “qualcuno” sa anche cucinare! – disse sognante Rotolo, chiamato così perché era un po’ cicciottello e adorava mangiare.
Dottó, il più saggio e istruito di tutti, sentenziò: – Basta discutere! Entriamo e vediamo se il malfattore è ancora dentro!
– Ecco, bravo, così ci sbrighiamo che sono stanco! – concluse Sonnolo, il cui nome non ha bisogno di spiegazioni.
I sette nanerottoli, appena entrati, udirono un rumore tipo tagliaerba misto a motosega provenire dal piano di sopra. Quatti quatti, e un tantino spaventati, salirono le scale, e cosa videro? Una graziosa e delicata fanciulla che ronf… ehm, dormiva profondamente.
– Svegliamola, così avrà ciò che si merita! Ha insudiciato tutti i nostri letti! – minacciò Picchialo.
– Ma che dici! Non senti che questa fanciulla profuma di rosa? – ribatté Paolo, che si era un tantino invaghito della giovane. – Piuttosto, dobbiamo svegliarla delicatamente e sentire cos’ha da dirci!
(Rif. Pagina 53)
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Il Mestolo incontra la Fatina della cucina che lo aiuterà a ritrovare la sua Pentola Magica!
Il Mestolo, rimasto solo, era sempre più preoccupato e triste… ma presto venne in suo soccorso nientepopodimeno che la Fatina della cucina la quale era, diciamo così, non proprio “leggiadra”: – Ciao, mi presento: sono la Fatina della cucina!
Il Mestolo, girandosi lentamente, vide dapprima i suoi piedi poi, alzando gradualmente la faccia, arrivò a guardare il suo viso, esclamando: – Fatina?!? Vorrai dire… Fatona! Che vuoi da me?
(Rif. Pagina 76)
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