Vorrei (Il tuo Principe Azzurro)
Vorrei esser un cibo sopraffino,
per dar gusto e sapore alla tua vita
ed una pregiata bottiglia di vino,
per trasmetterti ebbrezza infinita.
Vorrei esser l’onda del “Mare Nostro”,
per abbracciare la tua avvenenza
ed il tuo Sole, dall’alba al tramonto,
per dare luce alla tua esistenza.
Vorrei esser un vento di primavera,
per carezzarti i capelli ed il viso
ed una strepitosa barzelletta,
per farti scoppiar in un grande riso.
Vorrei esser uno spicchio di Luna,
per far romantiche le tue serate
ed un cielo ricoperto di stelle,
per render magiche le tue nottate.
Vorrei esser il tuo unico guanciale,
per starti vicino quando riposi
ed un’inesauribile miniera,
per ricoprirti di doni preziosi.
Vorrei esser un magico vaccino,
per prevenirti da qualunque male
ed un gioco di fuochi d’artificio,
per esser del tuo dì il miglior finale.
Vorrei esser la musica che ami,
per accompagnarti nel ballo e canto
ed uno splendido arcobaleno,
per catturare il tuo sguardo d’incanto.
Vorrei esser il tuo diario segreto,
a cui confidar ogni tuo pensiero
ed il tuo personale aeroplano,
per farti visitar il mondo intero.
Vorrei esser un vestito elegante,
per farti sentire la più carina
e un diadema che ti cinge la testa,
per incoronarti la mia regina.
Se fossi, infine, il tuo principe azzurro,
ti prenderei sul mio cavallo bianco
per galoppar su di un campo fiorito
verso la via della felicità!
Ma questa favola che ti sussurro
di scriverla soltanto io son stanco,
di fantasticare ora ho finito
e la mia mente torna alla realtà:
infatti, vorrei esser così scaltro
da farti innamorare e poi sedurti,
mostrandoti me stesso e nessun altro,
vorrei te e nella mia vita condurti.
(Rif. Pagina 44)
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Lourdes (Io c`ero)
Lourdes, treno carico di speranza,
di croci portate con dignità,
treno bianco di vera sofferenza,
pieno di pace e solidarietà.
Lourdes, treno di braccia che sollevano,
di volti stanchi che sempre sorridono,
di anime che costantemente pregano,
di gambe che corrono e poi soccorrono.
Lourdes, treno di bimbi sfortunati,
di mamme sante, di sguardi, sorrisi,
baci inattesi, abbracci inaspettati,
messaggi d’amor da innocenti visi.
Lourdes, grotta di Fede ed Acqua Viva,
che toglie la sete, converte e cura
ed ecco sgorgare la risorgiva
per bere e lavarsi: che fonte pura!
Lourdes, ore 3 del 16 aprile,
festa di Bernadette, ora nona,
bagno divino primaverile,
che al mio cuor nuova purezza dona.
Lourdes, grotta di Luce sempre accesa,
delle 3 Virtù perfetta simbiosi,
di rosari sgranati in sacra attesa,
fra dolce brezza e canti melodiosi.
Lourdes, luogo d’incontro col Signore,
dove l’amor del prossimo è preghiera,
centro di libertà e raro calore,
che mi scioglie in lacrime, come cera.
(Rif. Pagina 87)
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Sbronzo di te
Se ti vedo m’inebri come il vino
ed il mio corpo al tuo è più vicino,
le tue curve come il caffè mi eccitano
e le tue forme come il tè mi stimolano.
Se son nervoso e minaccio incendi,
come la camomilla mi distendi
e come lo champagne e lo spumante
sei assai pregiata, fine e frizzante.
Sei buona e calda come la cioccolata
e mi fai bene, come l’aranciata
od una limonata zuccherosa
e mi sai gasar, come la gazzosa.
Sei il mio nutrimento, il mio latte
e non posso mai metterti da parte,
perché m’hai aiutato a crescer molto,
il tuo dolce sapore ho sempre colto.
Sei davvero forte come un liquore
e se litighiamo, sei come il chinotto,
sulle mie labbra lasci un sapore
così amaro che poco sopporto,
ma basta una tua dolce parola
e torni a piacermi, come la cola.
Sei come l’acqua, pura e naturale
e squisita come il sidro di mele,
bionda, come birra che dà alla testa,
come la menta sei fragrante e fresca,
sostanziosa come un succo di frutta,
fin all’ultimo ti voglio aver tutta.
Sei tu il mio cocktail preferito,
che dal mio affetto è insaporito,
nessun oltre me ti dovrà gustare,
sarò io il tuo unico bevitore.
Ma ora credo d’aver esagerato,
poiché di te mi sono ubriacato
e mi sono preso una bella sbornia,
oh mio nettare e mia leccornia,
e mi sono preso una bella sbronza
per te che sei una grandiosa str….ega!
(Rif. Pagina 15)
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Ali di gabbiano (Al gabbiano Jonathan Livingston ed al Piccolo Principe)
Sotto un cielo colorato d’azzurro,
ove il Sole vuol farla da padrone,
m’incanto nella bonaccia del mare
e dal raro silenzio odo gridare.
E sono grida rauche, quasi umane,
come se fossero scrosci di risa
e son voci di candidi gabbiani
che ci parlano, inneggiando alla vita.
Ora vedo dov’è la libertà:
è nel volteggiar, nel volar in alto,
librarsi su ali con un bel salto,
che, in quest’azzurro, sognare mi fa!
Non occorre esser abili aviatori
per andar verso orizzonti lontani;
basta chiudere gli occhi, aprir i cuori
e andare sempre oltre, come i gabbiani.
Aggrappiamoci alle ali di un gabbiano
con la pura fantasia di un bambino
e faremo viaggi liberi e veri
tra i pianeti dei nostri pensieri.
(Rif. Pagina 23)
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Fiori d`argento
Donne giovani, belle, innamorate,
che tutti quanti volevan con sé,
ora anziane, sole, abbandonate
e non ci si domanda mai: perché?
Donne piene d’orgoglio e dignità,
magari sognavan le nozze d’oro,
sempre in lotta con questa società,
che non ha mai molto tempo per loro.
Donne che parlano col cuore in mano,
mentre sta sanguinando di dolore,
le puoi veder camminare pian piano,
perché c’è sempre il rischio d’inciampare.
E dopo aver fatto istanze su istanze,
infine, le vedi rinchiuse in stanze
dove han come sola compagnia
la tivù, la fede e la malattia.
Ma da una carezza o da un sorriso,
noti che di piccole cose vivono,
perché quelle rughe sul loro viso
non vogliono creme, ma solo amore
e mentre nei ricordi sopravvivono,
di solitudine, dentro, si muore.
Ma se dai loro una piccola mano
e non pensi sempre e solo a te stesso,
quando un giorno ti ritroverai anziano
dirai che amarle è il vero Progresso!
(Rif. Pagina 25)
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Estasi
Oh tesoro,
la diva beltà che di te adoro
è dagli angioli osannata in coro,
se ti miro, i violini odo sonar
e lo zefiro comincia a spirar,
nell’aer s’aderge il canto degli augelli,
insieme a poemi, lodi e stornelli,
or son in estasi, l’aura è sublime,
un aedo t’offre queste auliche rime!
(Rif. Pagina 60)
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25 marzo 1973 (Ai miei)
Fin dal dì in cui m’avete concepito
premure e rinunce avete patito,
dal primo sorriso agli incerti passi,
da quei vagiti ai miei costanti lai,
dalla prima parola alla sintassi,
da quei rigetti ai miei continui guai.
Di voi ho sovente molto bisogno,
avervi per sempre sarebbe un sogno,
se v’arrabbiate e avete ragione,
mi mettete così in agitazione,
ma so che agite per il mio bene
e per evitarmi inutili pene.
E oggi che compio i miei primi 20 anni,
nei quali ho fatto sia bene che danni,
penso ai bei voti avuti nello studio,
che spero sian della laurea preludio,
penso che non sto con una bellezza,
sia per sfortuna che per timidezza.
E tu, mamma, sei buona, brava e bella,
proprio dolce come una caramella,
e anche se sto diventando più adulto,
verso di te ho un vero e proprio culto
che nutro da quando m’hai messo al mondo,
il nostro legame è assai profondo.
Se un dì per Fortuna fossi padre,
per i miei figli vorrei una madre
che come te dia tutta se stessa
e impartisca un’educazione vera,
che nessuna mancanza sia commessa,
che il rapporto duri una vita intera!
E ringrazio Dio, che quella mattina,
m’ha fatto uscir da te, cara mammina,
non scordando te, caro genitore,
padre impetuoso, gran “faticatore”:
niente non m’avete fatto mancare,
ma l’avvenir mi dovrò conquistare!
(Rif. Pagina 38)
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Anima verde
Che bello poter fiutare, oh Natura,
l’olezzo della tua fresca verdura,
che piacere potersi ancor tuffare
nel tuo immenso, immacolato mare
e svegliarsi, per udire al mattino
il cinguettio d’un passerottino.
Ma ora l’uomo sta distruggendo tutto,
per colpa del denaro farabutto:
gli alberi cadon giù come birilli,
le tue acque son piene di bacilli,
i tuoi frutti alterati dalla chimica
e da un’industria spesso avida e cinica.
I nostri amici del regno animale
in questo mondo stan sempre più male,
sia per colpa dell’inquinamento,
che li avvelena o quasi ogni momento,
che a causa della caccia senza freno,
per la quale ce ne son sempre meno.
Tutti gli uomini devono capire
il rischio che c’è nel nostro avvenire:
di non respirare più a pieni polmoni,
non mangiar senza contaminazioni,
bere e bagnarsi nell’acqua inquinata
e che la Terra muoia soffocata.
Scienziati, politici, industriali,
combattano il più letale dei mali,
ma occorre anche la tua mano impotente
per formare una catena vincente:
noi ci possiamo ancora salvare,
basta che ognuno si dia da fare!
(Rif. Pagina 26)
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Miracolo italiano
I nostri deputati e senatori
ce ne fan veder di tutti i colori.
Son rossi socialisti e comunisti
e verdi i leghisti e gli ambientalisti.
Azzurri son i fan di Berlusconi
e neri i missini: Dio li perdoni!
Ecco i figli della Balena bianca,
che dal centro vanno a destra o a manca,
Italia dei Valori e radicali,
multicolori di lotte speciali.
La sinistra è il sogno, l’irrealtà,
di un po’ di destra v’è necessità
il centro non mantiene l’equilibrio,
ma s’espone anche al pubblico ludibrio.
E io che odio ogni forma d’estremismo,
che sia il comunismo o neofascismo,
ho un credo cattolico liberale,
che contiene in sé ogni ideale:
così son pacifista non-violento,
che sogna del pianeta un cambiamento,
sono un repubblicano europeista,
riformatore e molto ecologista,
un po’ liberalsocialdemocratico
che guarda ai poveri: si vada al pratico!
Abbattiamo fazioni e pregiudizi
per migliorare i pubblici servizi.
Basta con scuse, promesse e oracoli
e col Fisco che ha sempre più tentacoli,
se l’Italia si vuol far funzionare
si dovrà tutt’insieme lavorare.
D’esser italiano non mi vergogno,
ma dopo il boom degli anni cinquanta,
di un altro miracolo c’è bisogno:
ma abbiam la forza e la coscienza santa?
(Rif. Pagina 22)
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Il Sole e la Terra
Nell’universo della mia mente
mi ritrovo Terra nei tuoi confronti,
non faccio altro che girarti intorno,
mentre immota, mi fissi splendente.
Un vivo calor, una luce propria
il tuo celestiale corpo m’irradia,
un corpo così ricco d’energia
che è d’una magnitudine assoluta.
Ogni giorno t’osservo e ti rimiro,
la tua beltà e il tuo splendor ammiro,
ogni notte t’immagino e t’attendo,
mentre il buio su di me sta calando.
Ogni volta che ti vedo, mio Sole,
è come se fosse una nuova aurora
d’un giorno ricco di luce e calore,
di cui tu sei la più degna dimora.
Ma se verrà per te l’or del tramonto,
per me sarà come la fin del mondo,
senza di te non posso proprio vivere,
così il mio amor mi piace descrivere.
Tu sei la mia unica grande stella,
brilla sul mio cuor, soave damigella!
(Rif. Pagina 19)
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