Un Anno con i Tokio Hotel
Giulia D`Angelo
Quando avevo 14 anni mi volevo suicidare. Ero convinta che farla finita per sempre fosse la scelta più giusta per non soffrire più. Vivevo nel terrore e nella paura e non sapevo più sorridere.[…] Anche se il cielo era azzurro, l’aria dolce e il sole splendido, vedevo grigio e sentivo grigio. Avevo perso ogni istinto di vitalità e attorno a me vedevo solo dolore, tanto dolore, impossibile da sopportare; un dolore che assomigliava ad un fardello, un fardello troppo pesante per me e che mi stava trascinando inevitabilmente verso la fine, verso il nulla, verso la morte. Ma poi la svolta. Quattro ragazzi meravigliosi hanno iniziato suonare e dalle loro canzoni scaturiva solo vita. […] Bill, Tom, Georg e Gustav mi hanno insegnato a vivere.
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Dettagli
Libro: |
Bianco & Nero |
Formato: |
14,8 x 21 (A5) |
Copertina: |
Morbida |
Pagine: |
340 |
Categoria: |
Narrativa |
Editor: |
Photocity Edizioni |
Lingua: |
Italiana |
Biografia
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Giulia D`Angelo
Le biografie non sono altro che dei resoconti della vita di qualcuno. Sulla mia vita potrei stendere sicuramente un romanzo perché è stata ricca di avvenimenti che mi hanno segnata inevitabilmente permettendomi di diventare quella che sono oggi. Sono nata nel 1991 a Lanciano, una splendida cittadina in provincia di Chieti in Abruzzo, famosa perché ospita quello che si considera il primo miracolo Eucaristico. Da sempre ho trovato nella scrittura la mia valvola di sfogo, il centro a cui miravano tutti i miei desideri. Mi sono diplomata al liceo linguistico e ora sono iscritta al terzo anno del corso di ‘Lettere Moderne’ presso la facoltà di ‘Lettere e Filosofia’ dell’Università degli studi ‘Gabriele d’Annunzio’ a Chieti. Nel poco tempo libero che riesco a ritagliarmi dagli studi amo scrivere, leggere, ascoltare la musica dei Tokio Hotel, una band che mi ha aiutata concretamente a superare un momento particolarmente buio per me e a cui sarò eternamente grata, e la musica classica. Un compositore e musicista che stimo particolarmente è Ludwig van Beethoven perché è riuscito a trasformare in una maniera a dir poco sorprendente ogni suo tormento in trionfo. Riuscire a comporre la Nona Sinfonia con l’annesso Inno alla Gioia quando si è completamente sordi non può umanamente essere opera di tutti. Solo un genio poteva riuscirci e Beethoven lo era sicuramente.
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