Da "Caino
Un atroce sospetto scaturisce da quanto è successo tra ieri pomeriggio e stamani. Appena rientrato dal lavoro di ieri, trovai a casa Diana in compagnia di mia madre. Diana le aveva detto che stavo superando lo shock per la perdita del bambino, trascurando di riferirle dei miei incubi. Lei, appena mi vide, mi chiese di dirle cosa avrebbe potuto fare per me. Io, e non me ne spiego tuttora il perché, le chiesi istintivamente: “Ti ricorda qualcosa l’orario 6.37?”. Mia madre, con uno stupore che le si leggeva nell’espressione del volto, mi rispose: “Beh, sì; e come potrei dimenticarmene…: è l’ora della tua nascita!”.
Ora, definire capogiro ciò che ebbi in quel momento, è forse troppo lieve per spiegare quanto mi accadde. Persi i sensi per un istante, e nell’attimo dopo mi facevo equilibrio con le braccia, come se per quella frazione di tempo avessi perso la spina dorsale. Fu tanto breve, seppure intenso, che le due donne non si accorsero di quanto mi era avvenuto. In me avvertii come se avessi trovato un pezzo di un mosaico che avevo cercato a lungo.
E… mi sentii felice, e lo detti a vedere, perché ritenevo di aver risolto il mio problema. Mi risvegliavo alla stessa ora della mia nascita perché… l’incidente di Diana aveva impedito a nostro figlio di venire al mondo vivo! Più ci pensavo e più me ne sentivo convinto, tanto che esposi la mia teoria a mia madre ed a Diana.
Tuttavia, l’incubo è tornato ancora, e la chiave di quell’orario non ha aperto la porta della soluzione, bensì la memoria dell’orrendo sogno!
(Rif. Pagina 60)
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