I sogni del viandante
I sogni dei bambini, come quelli degli adulti, non sono mai tanti, mai troppo piccoli, mai troppo grandi, sono sogni e basta. Ma anche i sogni non durano per l’eternità, bisogna fare presto per realizzarli.
(Rif. Pagina 11)
|
Alice nel campo dei papaveri rossi
Sì, Alice era davvero una bambina o, forse, non lo era mai stata, meditò Francesco, mentre pensava alla studentessa di casa sua, che a quell’ora, probabilmente, aveva finito i compiti per il giorno dopo.
Fuggì dal quel posto. Provò vergogna. Nel volto di Alice, vide la colpa di tanti, la complicità di molti, forse anche la propria.
Il rosso del tramonto disegnava giochi di colori e ombre fantasiose sui sentieri dei giardini, negli aranceti profumati e accarezzati da un dolce venticello tiepido. La pianura, tra i monti e il mare, nel tepore della primavera, era fantastica. Solo i papaveri rossi sembravano più tristi, mentre scendeva la sera.
(Rif. Pagina 17)
|
Dove sono i cespugli?
Sul terrazzo, in cima a un alto palazzo, Carolina segna con matite colorate le pagine di un grosso libro, che, appoggiato su un tavolo malfermo, è appena illuminato da una piccola lampada.
“Carolina - le chiede il nonno, disteso su una sdraio - riesci a leggere con questa luce?”
“Sì. E poi guarda che luna grande c’è questa sera!”
“Che cosa stai leggendo con tanta attenzione?”
“Devo fare la sintesi a un testo molto famoso. È la risposta che un capo indiano scrisse nel 1854 al Presidente degli Stati Uniti, che voleva acquistare un territorio abitato dagli indiani. Quella lettera fu pubblicata nel 1976, se non ho capito male, dal Jounal de Genevè, e da quel momento è stata ripetutamente stampata. Se vuoi, posso leggerla tutta ad alta voce.”
Carolina si siede accanto alla sedia del nonno, a terra, intrecciando le gambe, proprio come un vero capo indiano. Con voce solenne, senza attendere risposta, comincia a scandire le parole, marcando gli interrogativi, concedendosi le pause giuste, immedesimandosi nel personaggio:
(Rif. Pagina 95)
|