Avere trent’anni
Marco Domizio
Marco ha poco più di trent'anni, vive a Roma, nel centralissimo quartiere San Giovanni, e divide l'appartamento con due ragazze perché non potrebbe permettersi di pagare l'affitto per intero. Lavora con un contratto a progetto, il che significa, almeno in Italia, essere a tutti gli effetti un impiegato ma senza avere diritto a ferie e tredicesima, e spesso anche allo stipendio.
Nella cronaca tragicomica in cui si alternano le frustrazioni lavorative e il piacere dell'amicizia, delusioni d'amore e avventure erotiche, spese folli e bollette arretrate, la palestra, la discoteca e l'analista, emerge un ritratto sincero e inquietante dei giovani adulti italiani, il tentativo, a tratti disperato, di conquistarsi l'indipendenza economica e di progettare il proprio futuro, ma senza saper rinunciare al superfluo. I vestiti costosi, i locali alla moda, donne bellissime e provocanti, l'ambizione professionale e il successo mondano si mescolano così ai rimasugli di un'epoca in cui il rapporto fra i sessi camminava su binari sicuri, il lavoro serviva soprattutto a vivere e metter su famiglia, e la famiglia nasceva e cresceva, nonostante tutto.
Attraverso gli occhi di Marco possiamo vedere quel che siamo diventati, e sorriderne grazie all'ironia con cui questo "sfigato" guarda alla sua vita e racconta il grande salto che si appresta a compiere.
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